"Il ripetersi di fenomeni meteorologici estremi, con notevoli danni in molte regioni italiane, dimostra la necessità di aumentare urgentemente la capacità di resilienza dei territori attraverso un piano straordinario di rafforzamento delle reti idrauliche del paese, soprattutto a difesa delle aree urbanizzate; è la più grande opera pubblica, di cui l'Italia necessita, capace di dar vita a migliaia di posti di lavoro e indispensabile per garantire un futuro economico". Torna a ribadirlo Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue, di fronte alla violenta ondata di maltempo che ha colpito l'Italia, specie nel Centro Sud dal 19 al 23 ottobre 2018, con fenomeni di allagamenti di città e campagne verificatisi in Lazio, Sicilia, Puglia e Basilicata.

Su quanto c'è ancora da fare sulle reti colanti dei Consorzi di bonifica il presidente Anbi, Vincenzi, ricorda: "Come già per gli impianti irrigui, finanziati da Piano nazionale di sviluppo rurale o per i bacini del Piano nazionale invasi, i Consorzi di bonifica hanno pronti migliaia di progetti definitivi ed esecutivi, interessanti tutte le regioni italiane. E' un patrimonio della nostra cultura del fare bene, che mettiamo a disposizione del paese e che i soggetti decisori non possono dimenticare".

"Il rischio idrogeologico zero non esiste - aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi -. Dobbiamo imparare a convivere con eventi dalle caratteristiche monsoniche e di rara violenza; per farlo, bisogna tornare ad investire nella prevenzione idrogeologica".

"Tali temi – conclude il presidente di Anbi – sono tra le priorità del contratto di Governo. L'esperienza di queste settimane testimonia che le reti di bonifica, laddove i Consorzi gestori operano secondo i principi di autogoverno e sussidiarietà, sono quelle che rispondono meglio alle sollecitazioni cui il territorio è sottoposto dai cambiamenti climatici. Alla politica chiediamo di estendere tali esperienze di efficienza anche laddove, come in Sicilia, i Consorzi di bonifica sono commissariati da troppi anni e utilizzati in modo improprio e oggetto delle attenzioni innaturali di chi non conosce, o di chi non si vuol rendere conto, che oltre 25 anni di commissariamenti penalizzano la sicurezza dei cittadini, l'economia e la bellezza dei territori, la dignità del lavoro. All'inutile liturgia delle dichiarazioni dello stato di emergenza, bisogna sostituire concrete volontà per dare risposte preventive al territorio". Intanto, nelle regioni meridionali si continuano a contare i danni.
 

Puglia, Coldiretti: Salento allagato

Il 23 ottobre Coldiretti Puglia segnala un "Alto rischio idrogeologico per l'allerta meteo che ha colpito la regione nelle ultime 36 ore con nubifragi e allagamenti, soprattutto in provincia di Taranto, con epicentro a Ginosa, e Lecce". Qui si segnalano danni ingenti ai vigneti e agli oliveti.

"Un fiume d'acqua ha invaso città e campagne come avviene regolarmente ormai ad ogni episodio temporalesco – ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – e il bilancio delle ripetute ondate di maltempo è aggravato dalla mancata pulizia e messa a regime di canali e reti di scolo che rendono critica la situazione. Lo stanziamento di tre milioni di euro dall'assessorato ai Lavori pubblici della Regione Puglia per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei canali demaniali, con il ripristino di cigli spondali, argini, la rimozione dei solidi e dei detriti presenti negli alvei, e con la loro sistemazione, è un primo atto concreto, ma serve che si metta mano alle manutenzioni ordinarie e straordinarie in maniera sistemica da parte del Consorzio di bonifica del Centro-Sud per evitare gli allagamenti".
 

Basilicata, l'allarme di Copagri

Lo scorso 23 ottobre, una delegazione della presidenza della Copagri Basilicata, a seguito del violento nubifragio che si è abbattuto il giorno prima sulla regione, durante il quale sono caduti oltre 200 millimetri di pioggia, si reca in visita ad alcune delle zone colpite, e in particolare nei comuni di San Mauro Forte, Stigliano e Salandra, tutti situati nel materatese.
 
"Abbiamo riscontrato una situazione molto grave, con ingenti danni alle colture in campo, molte delle quali andate irrimediabilmente perse, ma anche alle strutture e, soprattutto alle infrastrutture", spiega il presidente della Copagri Basilicata, Nicola Minichino, ad avviso del quale "bisogna ripensare alla gestione del territorio, che al momento sconta una totale assenza di programmazione e problematiche legate alla manutenzione delle infrastrutture primarie e secondarie". Minichino ha invitato la Regione Basilicata a convocare un tavolo di confronto nel quale ridiscutere la manutenzione delle infrastrutture e la gestione del territorio.
 
"I danni sono indubbiamente ingenti, ma ancora non quantificabili: bisogna attivare celermente la valutazione dei danni e avanzare con gli adempimenti necessari a richiedere lo stato di calamità naturale", conclude il presidente della Copagri Basilicata.
 

Sicilia, altri danni con le nuove piogge

Il 23 ottobre Copagri Sicilia, in ordine al maltempo nelle province di Siracusa, Ragusa e Catania comunica "I violenti nubifragi e le piogge torrenziali che da giorni si stanno abbattendo sulla Sicilia, stretta nella morsa del maltempo, stanno causando danni molto ingenti, ma ancora non quantificabili a causa del perdurare delle condizioni climatiche proibitive, al settore primario isolano". Secondo l'organizzazione  "I danni maggiori per quanto riguarda il comparto agricolo si hanno nelle zone del ragusano, del siracusano e del catanese, dove le colture in campo sono andate completamente e irrimediabilmente distrutte, così come le stalle, i capannoni e le altre strutture".
 
"La situazione peggiore è quella dell'ortofrutta, agrumi e ortaggi in primis. Le campagne sono sommerse per chilometri e chilometri. Moltissime aziende sono in ginocchio e numerosi produttori hanno perso tutto e difficilmente riusciranno a produrre durante questa annata" spiega il presidente della Copagri Sicilia, Natale Mascellino. Intanto l'assessorato Agricoltura della Regione Siciliana ha già attivato sin dal 19 ottobre gli Ispettorati agrari competenti per territorio, al fine della richiesta di stato di calamità.