La Sardegna non solo rientra in possesso definitivo della gestione delle proprie acque, ma potrà utilizzare l'energia elettrica prodotta per scopi sociali, a cominciare dal taglio della bolletta dei Consorzi di bonifica e irrigazione, oggi a carico del bilancio regionale e quindi della collettività. La Giunta prosegue così l'azione, già avviata fin dai primi mesi del suo insediamento, per il recupero della titolarità delle dighe, finora gestite da Enel, in ragione di concessioni ormai scadute. E viene meno, di fatto, un elemento di conflitto sull'acqua in fase siccità.
Il 27 maggio 2014, con l'approvazione di quattro delibere proposte dall'allora assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, la Regione è subentrata nella titolarità delle concessioni nell'ambito del sistema idrico multisettoriale regionale. Le dighe coinvolte sono quelle di Cumbidanovu, vicino a Orgosolo e Monti Nieddu a Sarroch, entrambe in costruzione, e le dighe su Flumendosa, Taloro e Coghinas, opere idrauliche gestite da Enel Spa per le quali la società fa ricorso al Tribunale superiore delle acque pubbliche.
A seguito del pronunciamento del Tribunale superiore delle acque pubbliche, avvenuto il 17 maggio 2017,nel quale i provvedimenti assunti dalla Regione non sono stati ritenuti sufficientemente lesivi, la Giunta, con tre nuove delibere, ha riavviato le procedure per acquisire definitivamente la titolarità delle dighe di Coghinas, Alto Flumendosa e Taloro, con l'accertamento dell'intervenuta scadenza, in data 9 settembre 2001, del termine delle concessioni a Enel e con la presa d'atto della conservazione, da parte della Regione, della titolarità delle concessioni, oltre a disporre il subentro, a partire dal 1° gennaio 2019, di Enas nella gestione.
“È un passaggio molto importante perché permetterà alla Regione di ottimizzare l'utilizzo delle risorse idriche invasate nei bacini artificiali dell'isola – ha detto ieri in conferenza stampa il presidente Francesco Pigliaru - con notevoli vantaggi nella gestione delle acque, soprattutto nei periodi di siccità, e consentirà di abbattere in modo significativo o azzerare i costi energetici sostenuti dal sistema idrico multisettoriale, compresi quelli legati al sollevamento che sono sostenuti dai Consorzi di bonifica. È bene ricordare inoltre che stiamo parlando di energia perfettamente sostenibile - ha concluso Francesco Pigliaru -, che anche sul piano paesaggistico ha decisamente meno impatto rispetto ad altre fonti rinnovabili”.
“Completiamo l'attività partita nel 2014, perché la strategia di questa Giunta sulla gestione delle acque è quella della piena applicazione della legge 19, che ha istituito il Sistema idrico multisettoriale - ha detto l'assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini -. Il coordinamento unico dei bacini è una peculiarità che molte regioni ci invidiano. Al sistema mancavano tre bacini molto importanti, che con queste delibere vengono integrati e lo completano. La nostra visione – ha precisato l'assessore – è ambientalistica e solidaristica: l'energia prodotta dalle centrali idroelettriche del sistema servirà per coprire i costi, mentre quella in eccesso non sarà immessa sul mercato, ma ogni beneficio derivante da questo surplus sarà usato per abbattere i costi a carico dei cittadini”.