Una stima fatta sugli ultimi dati Istat che mostrano un giro di affari legato alle esportazioni di prodotti agroalimentari umbri di 327 milioni e 700mila euro rispetto ai 310 milioni e 400mila euro del 2017.
E questo a fronte anche di un calo nelle importazioni di cibo, dall’estero verso l’Umbria, che nell’ultimo anno sono calate di oltre 25 milioni dai 354,7 milioni di euro del 2017 a 329,6 milioni del 2018, una riduzione del 7%.
Un andamento, quello delle esportazioni, che ormai è in continua crescita da diversi anni, soprattutto su alcuni mercati, come quello degli Stati Uniti dove dal 2010 al 2015 il valore delle esportazioni è aumentato del 67% superando solo sulle piazze Usa un valore di 79 milioni di euro.
Una crescita sostenuta da prodotti come olio, prodotti da forno, bevande e vino. Una crescita sostenuta anche da investimenti e azioni promozionali che stanno spingendo sempre di più l’Umbria nel mondo.
In quest’ottica ci sono i fondi della recente Ocm vino per la promozione sui mercati terzi, che in Umbria vede stanziati 1,3 milioni in particolare per progetti di promozione regionali, ma anche altre iniziative pubbliche e private.
Tra queste il Sagrantino Month, la grande attività promozionale portata avanti dal Consorzio tutela vini Montefalco, con un mese di eventi promozionali tra Canada e Stati Uniti a fine 2016, e l’accordo tra Umbria e Cina per la tutela dell’agroalimentare.
Un accordo siglato nel 2017 che vede la collaborazione tra il Parco tecnologico agroalimentare 3A, lo strumento operativo della regione per la ricerca e la qualità dei prodotti agricoli ed agroalimentari, e il Beijng-Ciq, l'organismo competente nel territorio di Pechino per le autorizzazioni alle importazioni.
Un accordo che fa da supporto alle aziende umbre per affrontare in maniera mirata il mercato cinese, nuova grande frontiera dell’agroalimentare regionale.