Si tratta di 100 milioni di euro in 5 anni su almeno 20mila ettari, frutto del cofinanziamento di Ue, Stato italiano e di tutte le Regioni olivicole italiane, interessate al contenimento del batterio.
La misura del Psrn andrà ad affiancare la misura strutturale 4.1c del Psr Puglia, bando lanciato nel marzo scorso per 32 milioni, e la misura 5.2 per il ripristino del potenziale produttivo olivicolo distrutto dall'infezione, bando da 10 milioni lanciato a marzo scorso. Tutte e tre avranno il medesimo obiettivo: risollevare l'economia agricola del Salento nella zona infetta non soggetta alle azioni di contenimento.
Sono questi solo alcuni dei dettagli del Piano di ricostruzione post Xylella illustrati nella mattinata di ieri, 26 luglio 2018, a Lecce, nel corso di una conferenza stampa, dagli europarlamentari salentini, Raffaele Fitto e Paolo De Castro. Con queste risorse - ove il piano fosse in breve varato - salirebbero a 142 milioni di euro gli aiuti in conto capitale per gli investimenti strutturali appostati sulla zona infetta nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto per la ricostruzione degli oliveti post Xylella tra Psrn e Psr Puglia.
"La misura – hanno detto i deputati europei – intende compensare la perdita di reddito derivante dall'abbattimento degli alberi infetti e aiutare gli investimenti in nuovi impianti. Vengono, quindi, previste due tipologie di aiuto a superficie, da riconoscere per ogni ettaro di olivo infetto reimpiantato con varietà resistenti".
In modo particolare hanno aggiunto: "Si tratta di un aiuto in conto capitale per il 70% per i costi reimpianto, con un costo massimo ammissibile di 3mila euro all'ettaro, e un premio annuale per ettaro reimpiantato a compensazione dei mancati redditi nei primi cinque anni, fino al massimo di 500 euro per ettaro. Un aiuto che metta insieme il danno, ma anche la volontà di ripresa dell'olivicoltore".
Secondo Fitto e De Castro la misura dovrebbe così vedere la realizzazione di almeno 20mila ettari di reimpianto nella sola zona "delimitata infetta" delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, con una dotazione complessiva stimata per i cinque anni di attuazione di almeno 100 milioni di euro.
"E' bene chiarirlo - hanno sottolineato De Castro e Fitto – la nostra è un'iniziativa propositiva, noi non abbiamo potere decisionale, per questo abbiamo voluto prima sottoporla alla Ue per ricevere un primo via libera visto che è questa che può autorizzare le misure a cui noi facciamo riferimento e, in secondo luogo, abbiamo voluto illustrarla al ministro all'Agricoltura, al presidente della Regione Puglia, ai sindaci interessati e alle associazioni di categoria perché solo insieme e responsabilmente può essere realizzata".
"Abbiamo messo da parte le polemiche e il tempo perso e siamo riusciti a metterli tutti d'accordo - hanno ricordato i due europarlamentari - La nostra funzione attiva finisce oggi, da oggi svolgeremo un altro ruolo, che è quello di stimolare i livelli istituzionali perché si passi a una fase di attuazione".
"I termini ci sono, le risorse ci sono per modificare un Piano che scade ma nel 2020, già programmato, ma che richiede una variazione delle tabelle finanziarie vista la tragicità della situazione - hanno concluso - la palla ora passa a chi ha responsabilità di governo, noi continueremo a svolgere la nostra attività di controllo e stimolo perché dalla fase di immobilismo si passi finalmente a quella operativa".