Un piano a cui stanno collaborando le associazioni di categoria agricole e quelle dei cacciatori come Cia, Copagri, Coldiretti, Confagricoltura, Italcaccia, Federcaccia, Unepet e i rappresentanti degli ambiti territoriali di caccia delle cinque province.
Si tratta di una proposta per la gestione del cinghiale che parte da una ricognizione dei dati degli ultimi cinque anni sulla base di quelli forniti dai diversi ambiti provinciali di caccia e che la regione Marche si appresta ad approvare per la prima volta su base regionale come strumento di pianificazione.
Nell'ultimo quinquennio ci sono state 5.504 richieste di risarcimento e risarciti danni per 3 milioni e 198 mila euro, con cereali e girasole tra le colture più danneggiate.
Un quinquennio dal 2012 al 2017 dove si è avuta anche una diminuzione di densità stimata dei cinghiali e un aumento del numero di capi abbattuti, passando dai 9376 del 2012 - 2013 agli 11.019 del 2016-17.
Il piano prevede un periodo di prelievo di selezione di 11 mesi anziché di 8 messi come negli anni precedenti, oltre a misure di prevenzione del danno utilizzando vari strumenti di cattura e di dissuasione all'accesso nei fondi agricoli.
Gli obiettivi prioritari sono il contenimento dei danni causati dal cinghiale alle produzioni agroforestali, la gestione omogenea dell'attività di controllo su tutto il territorio regionale, ad esclusione delle aree protette e la verifica dei risultati ottenuti attraverso il monitoraggio costante degli interventi programmati.
Nel corso dell'incontro, avvenuto nelle settimane scorse tra i rappresentati delle associazioni e l'assessore alla caccia Moreno Pieroni è emerso un generale apprezzamento per l'impegno della regione a dotarsi di uno strumento di programmazione e per affrontare questa problematica.
Ora il piano dovrà essere sottoposto al parere dell'Ispra per poi procedere all'attuazione.
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Fonte: Regione Marche