La Campania fanalino di coda nei pagamenti dei Programmi di sviluppo rurale è ormai una routine che si ripete da mesi ogni qualvolta Agea comunica i dati sull’andamento della spesa. E l’ultimo disponibile, al 30 novembre 2017, segnala come la regione sia giunta ad appena 108 milioni di euro di spesa pubblica, il 5,88% di un budget che è il secondo d’Italia dopo quello della Regione Siciliana: ben 1836 milioni da spendere entro il 2023 al lordo del contributo per il sisma del centro Italia. Di chi è la colpa? Il 7 dicembre scorso il governatore e assessore all’Agricoltura della Campania Vincenzo De Luca aveva annunciato: “Sul Psr pagheremo 150 milioni di euro entro fine anno – aggiungendo - abbiamo già impegnato quasi il 100% dell’intero valore del Psr - circa un miliardo e 800 milioni - e per il prossimo anno pagheremo il 100% del miliardo e 800 milioni, introducendo una grande novità”. Queste dichiarazioni avevano sullo sfondo lo sforzo che starebbe ancora facendo la Campania per superare qualche problema di dialogo tecnico - informatico con Agea.
 
Ma i pagamenti per gli agricoltori continuano ad essere in forte ritardo e oggi il presidente della commissione Agricoltura del Consiglio regionale della Campania, Maurizio Petracca, afferma: “Agea, che è l’ente pagatore della Regione Campania così come lo è di numerose altre Regioni italiane, sta diventando un problema”.  Questo perché i pagamenti – afferma il presidente della Comagri campana – proseguono col contagocce. E lancia una proposta: affidare ai Servizi territoriali dell’assessorato all’Agricoltura i controlli sulle pratiche che Agea affida a società esterne, che con ritardi ed errori aggiornano poi i data base dell’ente.
 
Condivido le perplessità che sono state già sollevate rispetto al decreto legislativo di riordino di Agea ed è in questo senso che indirizzerò una nota al ministro Maurizio Martina - sottolinea il presidente Petracca - nell’evidenziare il ritardo dei pagamenti che in Campania in queste ore pone a rischio fallimento centinaia di imprese agricole".
 
Il consigliere campano afferma tra l’altro di aver ricevuto decine di richieste di chiarimenti su pratiche ferme da mesi, proprio nella fase di liquidazione: “Dalle verifiche che ho effettuato presso gli uffici regionali, è chiaro come Agea sia diventata una specie di imbuto che impedisce il deflusso delle risorse in maniera fluida. La ragione? E’ semplice - sottolinea Petracca - nell’affidare all’esterno l’attività ispettiva e di controllo e nel recepire da queste società esterne le risultanze di questa attività, Agea aggiorna con estrema lentezza i propri database e delle volte lo fa in maniera errata. Questo provoca il blocco dei pagamenti”.
 
Tra le misure più colpite quelle a superficie – come l’agricoltura biologica: “Con beneficiari che non ricevono soldi da oltre due anni e ci sono centinaia di piccole aziende a rischio fallimento" afferma Petracca.
 
Il presidente della commissione Agricoltura propone una soluzione al problema: “Occorre affidare quest’attività di aggiornamento dati agli uffici regionali, nello specifico ai Servizi territoriali dell’assessorato Agricoltura che potrebbero di sicuro velocizzare questo pezzo dell’iter”.