In Campania si fanno i conti con un'annata agraria trascorsa all'insegna della siccità, che ha colpito un po' ovunque e Confagricoltura Campania fa la sue proposte sul come gestire anche in futuro i nefasti effetti del cambiamento climatico.

Dopo le proposte giunte già nella scorsa estata da Coldiretti e Cia Campania, entrambe puntate sulla necessità di rafforzare il parco invasi della regione, Confagricoltura segnala invece più opportunità: riforma dei Consorzi di bonifica, per rendere spendibili i soldi messi a disposizione dal governo, politica di risparmio idrico e rimodulazione dei quantitativi di acqua inviati in Puglia dalle sorgenti di Caposele (Avellino, fiume Sele) e Cassano Irpino e Montella (Avellino, fiume Calore) e dall'invaso di Conza della Campania (Avellino, sul fiume Ofanto). Ma anche più incentivi per le imprese agricole che vogliano costruire invasi aziendali.

"Siamo di fronte ad un evento epocale – afferma Rosario Rago, presidente di Confagricoltura Campania - rispetto al quale bisogna programmare azioni che tengano conto della riduzione di risorsa disponibile, pertanto l'organizzazione che rappresento sollecita una nuova politica di distribuzione delle risorse idriche, rivedendo gli accordi sul trasferimento delle acque della Campania verso le regioni confinanti ed un uso intelligente delle ingenti risorse finanziarie che sono disponibili e volte ad accrescere la disponibilità e l'uso efficace dell'acqua".

In Italia sul piatto dell'irrigazione ci sono - secondo una stima di AgroNotizie sullo Stato di previsione del ministero per le Politiche agricole – circa un miliardo e 45 milioni di euro da spendere entro il 2020. E sul solo anno 2018, considerando il solo piano irriguo nazionale, si possono attivare complessivamente investimenti per oltre 320 milioni.

"Per poter spendere una parte di questi soldi nella nostra regione secondo criteri di efficienza, Regione Campania deve pervenire in tempi brevi alla riforma dei Consorzi di bonifica con l'accorpamento di più strutture che insistono sullo stesso bacino, e dare così il via agli enti di bonifica e irrigazione di secondo grado, come previsto dalla normativa nazionale" afferma Rago.

Confagricoltura Campania punta anche ad una spesa di qualità sulle risorse idriche irrigue: "Chiediamo anche una scelta precisa sul risparmio di acqua, da attuarsi mediante investimenti pubblici e privati in tecnologie che ne consentano un utilizzo sempre più razionale, anche mediante l'affinamento dell'acqua proveniente dai depuratori – sottolinea Rago, che ricorda anche come – le singole imprese agricole potrebbero diventare protagoniste di questa azione se Regione Campania portasse al 100% la quota di cofinanziamento pubblico della sottomisura 4.1.4 del Programma di sviluppo rurale per la costruzione di bacini di accumulo irrigui aziendali".

La Campania dispone poi di un vero tesoro fatto di acque sotterranee, largamente impiegate per uso irriguo. E la Giunta Regionale della Campania ha approvato il 5 dicembre 2017 nuove norme sull'idoneità delle acque ad uso potabile ed irriguo oltre a realizzare un vero e proprio catasto dei pozzi a scala regionale, modificando il regolamento regionale 12/2012 e della quale AgroNotizie ha già parlato qualche giorno fa.

"Attendiamo di conoscere nel dettaglio la portata delle modifiche al regolamento sulla qualità delle acque per l'irrigazione – sottolinea Rago – ma per quanto di nostra conoscenza è possibile affermare che è un provvedimento che va nella giusta direzione: ridare legittimità all'utilizzo di falde acquifere per l'irrigazione che in alcuni casi erano finite ingiustamente sotto sequestro, determinando gravi perdite agli imprenditori agricoli".