L’agricoltura del domani, infatti, sarà multifunzionale: oltre alla semplice produzione di cibo, valorizzerà e conserverà identità territoriali, naturali e paesaggi, con servizi agricoli e forestali mirati e dalle prestazioni sempre elevate grazie alle nuove tecnologie. La tendenza, infatti, è quella di un’economia sostenibile sempre più a basse emissioni di carbonio e all’insegna dell’innovazione.
Proprio in quest’ottica deve essere letta la crescente attenzione nei confronti dell’agricoltura di precisione e di una gestione agroambientale diretta all’ottimizzazione delle risorse, in grado di garantire quindi produzioni agricole ecocompatibili e di qualità. L’agricoltura di precisione, infatti, permette un approccio integrato basato su acquisizione di dati agroambientali e modelli di simulazione, che devono essere legati però alla storia e alla tradizione del prodotto. Inoltre, coinvolgendo tutti gli attori della filiera, è possibile esaltare il prodotto finale nel rispetto della qualità agroambientale. Elemento quest’ultimo che, insieme alla salubrità, alla certificazione dell’origine, alla riconoscibilità e alla tracciabilità degli alimenti, rappresenta per i consumatori un vero prerequisito irrinunciabile, che aggiunge un ulteriore valore ai prodotti.
"È chiaro che in simile scenario, così complesso e delicato, contrassegnato da sfide epocali - ha commentato Salvatore Parlato, presidente del Crea - la ricerca svolga un ruolo essenziale. La scienza, infatti, in quanto portatrice di innovazione tecnologica, ha il compito sostanziale di costruire e garantire il futuro dell’agricoltura. Non va trascurato, ad esempio, il suo apporto nel valutare la vulnerabilità dell’agricoltura ai cambiamenti climatici o nel preservare e valorizzare gli ecosistemi ad essa connessi, attraverso la salvaguardia del paesaggio e della biodiversità".
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