"La vicenda della siccità, che ormai è impossibile considerare una vicenda eccezionale ma che prende le vesti dell'ordinario, sollecita investimenti sul versante del servizio idrico di portata straordinaria, che qualche decina di anni fa non pensavamo di dover fare con questa urgenza e drammaticità. Alle vecchie esigenze di sviluppo dei nuovi investimenti, se ne sono aggiunte di nuove. E’ per questo necessaria una svolta sul versante degli investimenti, anche in questo settore".
Queste le parole pronunciate ieri - 10 ottobre 2017 - dal viceministro dell’Economia Enrico Morando nella seconda giornata di lavori della Festa dell’Acqua 2017 - la manifestazione organizzata da Utilitalia (Federazione delle imprese di acqua, energia e ambiente) in collaborazione con Acquedotto pugliese che in Puglia fornisce anche l'acqua per l'irrigazione ai Consorzi.
"Con un intervento pubblico associato agli investimenti dei privati, si possono creare le condizioni perché nel settore idrico, e nella depurazione delle acque, l'Italia possa colmare un gap di capacità produttiva che si è accumulato nel corso della grande recessione degli anni scorsi”.
Morando fa presente che: "Tracciando un primissimo bilancio di quanto si è potuto fare con le risorse liberate dal Piano Junker, si può dire che l'Italia è il migliore utilizzatore di quei fondi".
Nella giornata di ieri è intervenuta l'assessore ai Lavori pubblici e risorse idriche della Regione Puglia, Anna Maria Curcuruto.
"La Puglia ha una grande storica fortuna – ha dichiarato l'assessore – da più di 100 anni ha l'acquedotto pugliese come unico gestore di una risorsa così fondamentale, pur avendo di contro una grossa limitazione nel prelievo della risorsa idrica da fonti poste al di fuori del proprio territorio (Basilicata, Campania, Molise). In tal senso, oggi, l'Appennino meridionale costituisce un unico corpo idrico in cui è naturale che alcuni territori montani forniscano acqua a territori distanti e più prossimi alle coste".
"Con il Distretto – ha aggiunto la Curcuruto – non si avranno più solo accordi bilaterali, ma una politica unica e una governance del bene acqua. Il tema centrale deve essere l'economia circolare dell'acqua intesa non solo come non spreco della risorsa idrica, ma soprattutto come recupero delle acque reflue che, grazie alle innovazioni tecnologiche, oggi è possibile".
La dichiarazione dell’assessore sembra una risposta alle richieste provenienti dalle organizzazioni agricole della Campania.
In particolare, Coldiretti e Cia avevano proposto di utilizzare meglio alcuni bacini che rappresentano una risorsa anche per Puglia, tra i quali quello di Conza della Campania. Mentre Confagricoltura si era spinta fino a chiedere alla Regione Campania di rinegoziare i quantitativi di acqua forniti alla Regione Puglia dalle sorgenti del fiume Sele e dei suoi affluenti, vista la capacità di risparmio idrico già conseguita dalla Puglia, grazie al riciclo dell’acqua, e paria a 60 milioni di metri cubi d’acqua all’anno.