Al Sud combattere la siccità significa anche riorganizzare il comparto irriguo e vincere la battaglia contro la cattiva burocrazia.
Al momento sono solo due le regioni del Mezzogiorno che hanno già deliberato la richiesta di declaratoria di stato di calamità al governo per prolungata siccità: Campania e Sardegna.
E la Sicilia – secondo autorevoli fonti ufficiose – starebbe valutando di portare in giunta la richiesta in queste ore.

Sullo sfondo c’è un emendamento al decreto legge Mezzogiorno, che consentirà alle imprese agricole meridionali di vedere risarciti i danni alle colture dal Fondo di solidarietà, in caso di mancata sottoscrizione delle polizze incentivate, a patto che le Regioni chiedano ed ottengano dal governo la declaratoria.

In generale le regioni del Sud sono restie al momento a deliberare lo stato di calamità per siccità, e in molti casi cercano di fare da sole, perché sanno che la scarsità di risorsa idrica mette solo a nudo il vero problema: le pecche nell’organizzazione e dell'efficienza delle reti irrigue.
 

L'acqua c'è ma non arriva ai campi

E’ il caso del Consorzio Aurunco di Bonifica e irrigazione, che in agro di Rocca d’Evandro e Cellole, in provincia di Caserta, ha lasciato senza acqua gli agricoltori per oltre 5 giorni, con danni severi alle coltivazioni orticole, pur senza nessuna apparente ragione.

"Un problema di gestione risolto, dopo un incontro all’assessorato all’agricoltura della Campania con il consigliere Franco Alfieri, affidando le opere di presa del fiume Peccia temporaneamente al Consorzio di bonifica del medio e basso Volturno" – riferisce oggi ad AgroNotizie il direttore di Coldiretti Caserta, Angelo Milo.

"Il fiume Peccia è ricco d’acqua, e le opere di presa e l'acquedotto sono nuovi di zecca – aveva dichiarato ad AgroNotizie qualche giorno fa Domenico Iardino – Dal 2004, da quando l’irrigazione la gestisce il Consorzio il prezzo dell’acqua è aumentato a dismisura. Una vertenza che sicuramente dovrà trovare nei prossimi mesi una soluzione adeguata".

Eppure i consorzi di bonifica del Centro Sud Italia assicurano l'irrigazione su quasi 900mila ettari di terreno.
Di questi, ben 770mila sono serviti – secondo Anbi - da impianti tubati e a pressione che garantiscono un'irrigazione all'avanguardia e senza sprechi.


Rilanciare gli investimenti

La provincia di Salerno in tal senso è all'avanguardia con impianti moderni di accumulo delle acque che stanno garantendo una capillare irrigazione nonostante la drammatica siccità.

"È un riconoscimento al Sud che funziona – è il primo commento di Vito Busillo, presidente del Consorzio di Bonifica Destra Sele e dell'Unione Regionale delle Bonifiche della Campania, alla sua elezione a vicepresidente nazionale dell'Associazione delle Bonifiche e delle Irrigazioni. Una riconferma, grazie alla quale Busillo rilancia il ruolo dei Consorzi nel Mezzogiorno.

"L'obiettivo è di avviare una nuova stagione di investimenti - annuncia Busillo - per la salvaguardia del territorio dal rischio idrogeologico, la manutenzione straordinaria del territorio e la corretta gestione della risorsa acqua che è il valore aggiunto della nostra agricoltura di qualità".


Declaratoria si o no?

Come detto, al momento sono due le regioni che hanno chiesto lo stato di calamità per siccità: Campania e Sardegna, dove i danni sono moltiplicati dalla duplice funzione dei bacini di ritenuta, spesso utilizzati sia ad uso irriguo che idropotabile.

In Sicilia, dove piove meno da almeno 5 anni, i livelli dei bacini non sono tali da destare allarme, eppure, in molti casi, il caldo eccessivo sta facendo danni.
E l’irrigazione d’emergenza, quando l’acqua bisogna comprarla dai pozzari, sta generando situazioni di lievitazione del prezzo. Il perdurare della mancanza di precipitazioni, pur in assenza di turnazioni per l’irrigazione da parte dei Consorzi di bonifica e irrigazione della Sicilia Orientale e della Sicilia Occidentale, ha comunque messo in allerta le strutture del Dipartimento agricoltura della Regione Siciliana, che sta valutandoin queste ore l’eventualità di chiedere lo stato di calamità per siccità al governo.

La Regione Puglia, che pure ha già razionato l’acqua ad uso irriguo, con un decreto del presidente della regione Michele Emiliano, non ha ancora fatto la richiesta per la declaratoria.

In Basilicata, invece, il presidente Marcello Pittella ha detto: "Siamo qui per capire le cose che non vanno nella gestione dell’acqua nella nostra regione. In Basilicata abbiamo una crisi idrica, ma bisogna assolutamente evitare di fare allarmismo: avremmo potuto lavarci la coscienza dichiarando lo stato di emergenza ma non lo abbiamo fatto. Abbiamo invece deciso di dare fondo a tutte le energie tecniche ed organizzative disponibili, provando a resistere in un momento di difficoltà, erogando comunque acqua al settore agricolo, ma anche invitando gli operatori a farne un uso razionato e razionale".
 

Fondo di solidarietà esteso a chi è senza polizza

Grazie ad un emendamento al decreto legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, approvato giovedì scorso in commissione bilancio al senato, le aziende colpite dalla prolungata siccità e che non abbiano sottoscritto polizze assicurative potranno accedere ai benefici per favorire la ripresa dell'attività produttiva previsti dalla legge 102 del 2004.

E’ quanto si legge nel comunicato stampa del ministero per le Politiche agricole, in ordine al Piano per affrontare la siccità. Si tratta di una norma che riguarderà soprattutto le aziende agricole meridionali. Il ricorso alle polizze multirischio incentivate dallo Stato per coprire le colture è molto basso, per via dei costi comunque elevati e della lentezza nei pagamenti di Agea degli incentivi a fronte dell’intero importo di polizza che va immediatamente pagato alle compagnie assicurative.