A sette mesi dal primo terremoto di agosto, le presenze dei turisti stranieri sono praticamente dimezzate nelle aree colpite, con effetti disastrosi sull'economia locale.

E così è stata vista come una buona scelta quella di fare la riunione della presidenza del Parlamento europeo proprio a Norcia (Pg), nell'ambito delle cerimonie per il 60° anniversario dei Trattati di Roma, sede voluta dal presidente stesso del Parlamento europeo Antonio Tajani.

Una scelta che per Coldiretti Umbria è un segnale importante per incentivare le presenze sul territorio soprattutto in vista della Pasqua, dove negli altri anni la presenza di stranieri è sempre stata alta.

E se il terremoto ha colpito una terra prevalentemente agricola, ora occorre sostenere concretamente questo territorio per non rassegnarsi all'abbandono e allo spopolamento.

E per farlo la ricostruzione deve andare di pari passo con la ripresa dell'economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo.

L'agriturismo, secondo Coldiretti, è il settore turistico più danneggiato dal terremoto con le presenze praticamente azzerate per un crollo di oltre il 90% degli arrivi nelle aziende agricole situate nelle aree del cratere, tradizionalmente vocate per vacanze e gite fuori porta grazie alla bellezza dei paesaggi e alla qualità dell'offerta gastronomica.

Nei 131 comuni del cratere colpito dai terremoti di agosto e di ottobre, ci sono 444 agriturismi dei quali 115 in Umbria, 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio e 247 nelle Marche, dove al momento le uniche presenze sono quelle delle persone impegnate nell'opera di ricostruzione.

Il calo degli arrivi di turisti, con il conseguente danno economico, aggrava il conto dei problemi provocati dal terremoto alle strutture, con molti agriturismi che hanno avuto stanze per gli ospiti inagibili, cucine e sale ristoranti lesionate, laboratori di trasformazione crollati, piscine e arredi danneggiati, tettoie e gazebo pericolanti.

Ma gli effetti del terremoto sulle presenze si sono sentiti anche su tutti i 3400 agriturismi complessivamente attivi nelle quatto regioni, anche nelle zone non colpite, dove i turisti sono più che dimezzati.

E assieme alla riduzione delle prenotazioni si ha il calo delle vendite dei prodotti agroalimentari, vendite crollate sia per il blocco delle attività di trasformazione cha hanno subito danni, sia per la stessa mancanza di clienti.

In difficoltà è l'intera offerta turistica delle zone terremotate che fondava il suo successo sulle sinergie tra cultura, ambiente e qualità alimentare che rappresentano il valore aggiunto di quei territori.

Ora per risollevare il turismo occorre anche un impegno deciso, concreto e tempestivo a livello di promozione per riportare le persone in queste aree.