“Le luci e le ombre del settore agroalimentare regionale traspaiono chiaramente dai dati elaborati da Veneto Agricoltura – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan – Per esempio, se da una parte il comparto del vino vola, sia sotto il profilo della produzione che dell’export, altri settori come zootecnia e ortofrutta evidenziano notevoli sofferenze. La Regione sta facendo la sua parte, non perdendo mai di vista gli obiettivi principali, quali la redditività delle imprese agricole, la loro innovazione, il ricambio generazionale che, grazie al nuovo Psr, stiamo cercando di rafforzare”.
Comparti agricoli veneti in forte altalena, dunque. “Il fattore principale del leggero calo del valore della produzione agricola proviene dalla discesa di produzione e di prezzo delle principali colture erbacee – ha sottolineato Alessandro Censori, di Veneto Agricoltura – oltre alla flessione del settore zootecnico, compensato dall’incremento di produzione e di prezzo dei prodotti vitivinicoli”.
Scende dell’1,6% il numero di imprese agricole complessive, mentre più lieve la riduzione degli addetti (-0,7%). Cala in misura rilevante il lavoro “indipendente”, che pur restando dalla parte preponderante degli addetti presenta una flessione del 15,9%, mentre è in forte crescita il numero degli occupati dipendenti (+32%).
Passando all’analisi delle colture, per quanto riguarda il comparto cerealicolo e delle colture industriali, il meteo ha penalizzato mais e soia, le principali colture del Veneto per estensione, con diminuzione di resa intorno al 20% e conseguente flessione produttiva. Più positiva la stagione per frumento duro e orzo, così come per riso e tabacco. Annata sfavorevole invece per le barbabietole da zucchero.
Per quanto riguarda le colture ortofrutticole, sono cresciute le produzioni di patata (+6%), radicchio (+25%), fragola (+14%). Crescono le superfici di coltivazioni orticole in serra (+7%). Segno più anche per le produzioni di pesco (+15%), actinidia (+10%), melo (+4,4%), pero (+3,7%), mentre scende quella di ciliegie (-27%). Molto bene la produzione olivicola (+45%), dopo il disastroso raccolto 2014. A fronte di una maggiore produzione, sono risultate in calo le quotazioni di pesche (-38%) e mele (-15%). Nel florovivaismo continua la riduzione delle aziende agricole (-2,3%) e delle superfici investite (-3,4%).
Annata particolarmente favorevole per la vendemmia abbondante e la raccolta record pari a 12,5 milioni di quintali di uva (+20% rispetto al 2014) e un volume di vino di 9,7 milioni di ettolitri (+18%). Cresce la superficie vitata a 80500 ettari, e cresce anche l’export (+10% in valore e +3,6% in quantità), trascinato dal boom del Prosecco.
Stagione negativa per la zootecnia: bene la produzione di latte (+2,7%), così come i prezzi alla stalla (-13%), con un conseguente forte calo del valore della produzione ai prezzi di base (-9%). In sofferenza anche i consumi interni di formaggi e latticini, ad eccezione dello yogurt. Soffre del calo di consumi anche la carne bovina, mentre una forte contrazione delle quotazioni di mercato lo registra il comparto suinicolo (-7,4%). Unica nota positiva la produzione di carne avicola (+4,1%), tuttavia con una conseguente diminuzione delle quotazioni di mercato.
Alla fine la bilancia commerciale import/export mostra come il deficit nel 2015 si sia più che dimezzato, scendendo a 464 milioni di euro (-54,7%), in seguito a un aumento più che proporzionale delle esportazioni (+12,1%). Le prime indicazioni per il 2016 vedono una ripresa degli investimenti a frumento tenero, duro e orzo; i settore vitivinicolo e frutticolo stanno risentendo del meteo anomalo dell’inverno e del periodo maggio-giugno.