Hanno preso la parola anche l’assessore alle Politiche agricole, Luca Braia, ed il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella.
Il quadro tracciato dai tre interventi è confortante: Pittella sottolinea come l’agroalimentare in Basilicata nel 2015 – secondo i dati di Unioncamere - rialza la testa, con una ripresa delle vendite del 22,4% trascinata anche dall'export, che per il settore agricolo in senso stretto è dell’11,8%. Martina prospetta la Basilicata come laboratorio dove sperimentare le nuove forme di aggregazione tra imprese e la sostenibilità per rilanciare il settore grazie alle nuove leve e all’innovazione. Braia fa il punto sul lavoro fatto per attuare un Psr 2014-2020 snello ed efficace e rilancia il tema della collaborazione interistituzionale sui grandi progetti.
"L'agroalimentare è una chiave strategica per la crescita dei nostri territori, soprattutto al Sud. In questa sfida è decisivo compiere un salto di qualità sul fronte della capacità progettuale e di spesa delle risorse pubbliche e di quelle europee" ha detto Martina.
Il ministro ha sottolineato come “Abbiamo grandi margini di miglioramento e lavoriamo per sfruttare al massimo gli spazi di manovra sapendo che il primo obiettivo deve essere quello di coinvolgere i giovani e tutelare il reddito dei produttori. La Basilicata può essere un vero e proprio laboratorio sotto il profilo della sostenibilità, dell'innovazione e del ricambio generazionale.
Questa splendida Regione deve fare un salto di qualità usando l’eredità di Expo 2015 e sfruttando la scia che conduce a Matera 2019 per fare, in particolare, dell’agroalimentare uno dei progetti più avanzati capaci di tenere insieme due grandi leve: competitività e sostenibilità”.
Martina ha parlato di nuova organizzazione, da costruire sfruttando l’interazione nelle imprese, nei distretti, nelle filiere e nei contratti di rete. ”Le imprese da sole non bastano – ha affermato - bisogna creare strumenti affinché non si snaturino e rimangano ancorate ai territori con i piedi per terra e la testa nel mondo. Noi abbiamo bisogno del Mezzogiorno per praticare sperimentazioni più avanzate da parte dei produttori affinché uniscano le forze”.
Secondo grande tema l’innovazione, legata anche alla nuova organizzazione attraverso reti strutturate e nuova logistica.
Infine la questione generazionale: “Ci sono esperienze interessanti specie al Sud ma occorre fare in modo che una nuova leva di imprenditori agricoli affronti le sfide che abbiamo davanti con determinazione – ha sottolineato il ministro - in Regioni come queste si può coniugare la nuova economia con la nuova società consentendo a tanti giovani di rimanere nella terra in cui sono nati e di viverla come occasione”.
L'assessore regionale alla Politiche agricole e forestali, Luca Braia, ha dichiarato di condividere totalmente l'intervento del ministro Martina, sottolineando: "L'agricoltura necessita di più organizzazione”.
“Competitività, innovazione, organizzazione e logistica, oltre che ricambio generazionale, rimangono gli obiettivi principali su cui scommettere e su cui investire con una sinergia interistituzionale che è necessaria per mettere insieme le risorse economiche alla vigilia della nuova programmazione 2014-2020 e soprattutto condivisione delle strategie che dovranno stravolgere i modelli di sviluppo compiendo quella transizione che riporta esattamente al centro l'agricoltura, l'ambiente, la cultura ed il turismo" ha detto ancora Braia.
“Sul tema della logistica, ripreso dal ministro nel suo intervento, ho avuto modo di presentare il progetto della piattaforma dell'ortofrutta a Ferrandina in Val Basento – ha concluso Braia - e ne illustrerò i dettagli in un incontro nei prossimi giorni a Roma proprio presso il Mipaaf".
Il presidente della Regione Puglia, Marcello Pittella, nel ricordare il lavoro fatto da inizio legislatura per il rilancio dell’agroalimentare, ha tenuto a sottolineare gli ultimi dati Unioncamere :“Ripartiamo dunque dal fatto che il recupero sulla flessione nelle vendite accusata nel 2014 fa registrare un incremento del 22,4% per i prodotti agroalimentari, cioè oltre 15 milioni di euro in più.
L’export è in ripresa, in particolare per i prodotti dell’industria di trasformazione e passa da 26,1 a 36,4 milioni di euro, pari al +39,5%, mentre le vendite all'estero dei prodotti agricoli non trasformati, che rappresentano il 56% circa del totale della filiera agroalimentare, sono aumentate dell’11,8%, quasi 5 milioni di euro in più”.