Riscoprire il valore sociale dell’agricoltura, puntando sul fare gruppo e comunità. E’ l’obiettivo che si è prefisso Marco Di Fulvio, 56 anni, fondatore dell’associazione Orto di Soriano nel Cimino, che promuove un’agricoltura sociale, totalmente a impatto zero, con l’obiettivo di valorizzare terreni e soprattutto le persone. Di Fulvio, consulente farmaceutico ora libero professionista, si è trasferito a Soriano alcuni anni fa, e dopo essersi appassionato di botanica da anni, è partito con l’avventura agricola nel 2014. Insieme ad altri sette ragazzi, che oggi sono diventati oltre una decina, è partito con una prima attività lavorativa volontaria.

Abbiamo preso in gestione un primo terreno di 4mila metri quadrati, concesso gratuitamente dal comune di Soriano nel Cimino – sottolinea Di Fulvio – L’obiettivo è quello di accogliere e raccogliere, promuovendo un riscatto progettuale all’insegna dell’orto sostenibile, senza l’utilizzo di alcun tipo di prodotto. La nostra iniziativa è nata con la volontà di aggregare persone e creare opportunità per quei giovani che vivono nella difficile situazione della disoccupazione, creata dalla crisi economico-finanziaria”.

Un progetto di inclusione, che nel 2015 ha visto poi anche per la prima volta ha visto l’associazione Orto impegnata anche nel settore olivicolo.
Siamo partiti con il progetto Olio Comune – continua Di Fulvio – Il Comune ci ha dato in gestione questo terreno con 85 ulivi. Ci siamo impegnati nella manutenzione di queste piante, e successivamente della raccolta di olive, con l’obiettivo di produrre olio in forma solidale, per poi venderlo per finanziare ulteriori progetti a indirizzo sociale, oltre a garantire anche un piccolo rimborso spese per i nostri ragazzi. Inoltre siamo riusciti a fare un piccolo accantonamento per promuovere un corso di formazione attinente”.

L’ultima novità dell’associazione è molto recente e si tratta dell’inaugurazione di un mulino sociale, sempre a Soriano.
Naturalmente si tratta di un mulino artigianale – spiega Di Fulvio – che punta a valorizzare le antiche varietà di grano, prodotte con un’attenzione particolare alla sostenibilità. L’idea è stata quella di provare a dare, nel nostro piccolo, una risposta alla crescita delle intolleranze al glutine, presente nei grani standardizzati. Il mulino, situato in una grotta, è già operativo, e siamo al lavoro per far conseguire al nostro ragazzo impegnato al mulino la qualifica di mugnaio”.

L’ideatore dell’associazione fa poi infine il punto della situazione sulle prospettive e i progetti futuri. “Andremo sicuramente avanti con il mulino sociale e il progetto dell’olio comune, in più stiamo lavorando a un’iniziativa di promozione di miscela delle piante ortive. Abbiamo allo studio vari progetti”.