Biodiversità, innovazione, aggregazione. Sono le tre parole chiave che Fieragricola, manifestazione internazionale dedicata all’agricoltura, in programma dal 3 al 6 febbraio 2016 (da mercoledì a sabato), declina anche in Sicilia, nella prima tappa del Roadshow che ha portato la rassegna di Veronafiere a parlare di zootecnia e bioenergie, ieri a Pergusa (Enna).

Gianluca Taviano di Sant’Angelo di Brolo (Messina), veterinario e allevatore 32enne, 40 scrofe e 4-500 capi prodotti ogni anno, è uno degli oltre 250 agricoltori che hanno affollato l’evento di presentazione della 112ª edizione di Fieragricola, che sulla zootecnia e le fonti rinnovabili in agricoltura – in particolare – "ha un disegno chiaro di rilancio, imperniato sulla valorizzazione delle razze autoctone, sulla modernizzazione e sulla multifunzione", come ricorda l’Area manager Agriexpo & Technology di Veronafiere, Luciano Rizzi.

"Fieragricola è consapevole che la zootecnia sta attraversando una fase di scarsa redditività – afferma Rizzi – ma vuole proporre agli imprenditori agricoli, in una manifestazione trasversale sul settore primario, gli strumenti di rilancio, basati appunto su progetti innovativi e sulla condivisione di un percorso di crescita supportato dalle rappresentanze locali degli agricoltori e dell’Associazione regionale allevatori Sicilia. I fondi per sostenere le imprese agricole, stanziati nei Programmi di sviluppo rurale, non mancano. Vanno canalizzati al meglio".

L’esperienza di Gianluca Taviano è uno degli esempi di una "zootecnia che conosce le proprie potenzialità, a partire dalla biodiversità", ricorda Pietro Riolo, consigliere nazionale Anacli (Associazione nazionale allevatori di razza Charolaise e Limousine italiana) per la Sicilia.

"Ho deciso di portare avanti la scommessa di mio padre Antonio, veterinario e pioniere del suino nero dei Nebrodi, tra i primi a studiare la razza e a individuare le potenzialità di crescita – spiega Gianluca Taviano –. Così, ho deciso di scommettere su un allevamento estensivo all’aperto e sottoscrivere importanti intese con la distribuzione organizzata per la fornitura di mezzene e i salumifici per la trasformazione della carne". Positivo il ritorno economico, "con un guadagno fino a 40 centesimi al chilo in più rispetto al mercato convenzionale".

Ma le opportunità per una filiera suinicola che in Sicilia coinvolge 90 allevamenti (75 aziende nel messinese, 5 nel ragusano, 4 nel siracusano, 2 nell’ennese, 6 nel palermitano), 9 salumifici e prosciuttifici e 25 agriturismi, per un totale di 40.000 capi, sono numerose.

"Se puntiamo alla biodiversità – afferma Pietro Riolo – spazio di crescita c’è anche per le razze da carne". Circa 4.500-5.000 capi di razza Limousine e 1.500 Charolaise, su un totale di 23.000 bovini iscritti a Libro genealogico per la Limousine e 7.000 per la Charolaise. "Stiamo lavorando per caratterizzare maggiormente le produzioni italiane – prosegue Riolo – per soddisfare le esigenze del consumatore italiano e siamo convinti che l’esperienza di una grande manifestazione come Fieragricola sarà molto utile per gli aspetti formativi e divulgativi".

"La biodiversità è il filo conduttore della zootecnia siciliana, che annovera oltre 20 razze autoctone", spiega Carmelo Meli, direttore Ara Sicilia. Il Programma di sviluppo rurale 2014-2020, "con oltre 2,1 miliardi di euro disponibili e diverse misure destinate agli imprenditori agro-zootecnici, saranno determinanti per sostenere progetti di innovazione e di crescita", assicura Giuseppe Leotta dell’Ispettorato dell’Agricoltura di Enna.

Un’esperienza di aggregazione vincente la descrive Daniele Bonfante, direttore commerciale di Azove.
"Azove oggi ha 150 soci ingrassatori di bovini, che si affidano al consorzio perché garantisce un servizio efficiente e l’uniformità del prodotto, oltre all’acquisto collettivo di materie prime e bestiame, che consente un risparmio per i singoli allevatori – riferisce Bonfante –. Puntiamo anche molto sulla ricerca scientifica per migliorare la tecnica di allevamento e incidere positivamente sui margini di guadagno e abbiamo ottenuto un risultato importante, grazie al progetto QV, Qualità Verificata, la chiave di volta per fare accettare in maniera esplicita alla gdo il nostro logo sulle confezioni in vendita".