Si fa un gran parlare degli agricoltori custodi, destinati ad un’attività agricola che rasenta quella museale. Eppure, proprio i prodotti agricoli dimenticati, cultivar antiche e quasi in disuso, o che comunque spesso non hanno la “massa critica” per finire facilmente sui grandi mercati, possiedono qualità salutari non rinvenibili in altri frutti o ortaggi congeneri.
 
Il progetto Nutrameal della Regione Campania, promosso da Sviluppo Campania e sviluppato dal Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, assegna un nuovo ruolo agli agricoltori custodi e non solo a loro: produrre per l’industria nutraceutica frutti, ortaggi e prodotti trasformati perché se ne possano estrarre i microelementi, quei metaboliti secondari che sono gli elementi caratterizzanti della dieta mediterranea preparata con ingredienti rigidamente "made in Campania". Una dieta a base nutraceutica in sei flaconi, che è già pronta per entrare in produzione: attende solo che si faccia avanti chi ne sviluppi la promozione e la rete commerciale.
 
Sabato scorso all’Expo di Milano, Regione Campania, Sviluppo Campania e il Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli hanno presentato “Nutrameal dieta mediterranea Take Away”: sei distinti flaconi, contenenti sei differenti pillole, ciascuna basata sui componenti nutraceutci di un piatto diverso della dieta mediterranea.
 
Il più ricco è l’estratto del minestrone di verdure: ha i carotenoidi del Pomodoro San Marzano e le antocianine ed i polifenoli della Patata Nera del Matese, che, rispettivamente, proteggono la vista e svolgono un’attività antiossidante. Si ritrovano anche gli isoflavonoidi dei Pisellini Centogiorni del Vesuvio: hanno un effetto cardioprotettivo. E non mancano altri estratti di altre verdure locali.
 
Dall’insalata caprese sono stati estratti, tra gli altri, i peptidi bioattivi della Mozzarella di bufala, che in un recente convegno del Consorzio di tutela della Mozzarella di bufala campana Dop sono stati presentati come protettori e rigeneratori della mucosa intestinale.
 
ll Carciofo di Paestum, una piccola ma importante Igp della Piana del Sele, diventa un altro prodotto nutraceutico, che ne contiene gli estratti: cinarina e acidi clorogenici, che, da soli, si danno un gran da fare, perché proteggono il fegato e contribuiscono a tenere bassi i valori di glicemia e colesterolo. Non dovesse bastare, c’è l’estratto della Mela Annurca, buono contro il colesterolo e la caduta dei capelli: contiene procianidine, quercetina e florizina.
 
Gli estratti del budino di semi di Chia e delle Fragoline di Acerno, e quelli di un bel bicchiere di vino Aglianico d’Irpinia contribuiscono, per farla breve, a proteggere la cute, avere effetto depurativo, cardioprotettivo e antineurodegenerativo.
 
"Mi auguro che questa esperienza ben riuscita di sinergia e collaborazione, tra Università Federico II di Napoli e Regione Campania possa proseguire nell'ottica di promuovere il valore della dieta mediterranea in chiave di innovazione - commenta Ettore Novellino, direttore del Dipartimento di Farmacia dell'Università Federico II di Napoli
 
"Nutrameal è un progetto ambizioso sul quale la Federico II ha attivato una fruttuosa partnership con la Regione Campania, attraverso Sviluppo Campania, su temi strategici, come il rapporto tra alimentazione ed innovazione. Nutrameal punta a diffondere su scala globale uno stile alimentare salutare, quale quello della dieta mediterranea, e a trasformarlo da bene immateriale a patrimonio fruibile da tutti" sottolinea Novellino.
 
Novellino – sentito da AgroNotizie – spiega: “Una cipolla, per quanto riguarda i contenuti nutrizionali in senso stretto, quelli che attengono al carico di calorie per unità di peso, per intenderci, sarà sempre la stessa cipolla, ovunque coltivata e di qualsiasi cultivar. Il discorso è diverso per i metaboliti secondari, che sono fortemente variabili a seconda delle cultivar, che a loro volta sono il frutto della selezione genetica effettuata dall’uomo con le pratiche agricole.”
 
Secondo Novellino “il lavoro dimostra che è possibile esportare la dieta mediterranea non solo nelle sue componenti nutrizionali, ovunque reperibili con una certa facilità, ma anche in quelle nutraceutiche, a patto e condizione che siano prodotte dai frutti della nostra terra di Campania”.

Novellino conclude dicendo: "E' un’esperienza che ora è attesa alla prova del mercato: entro fine luglio dovrà tenersi infatti una riunione operativa, aperta alle organizzazioni agricole della Campania, volta ad individuare il soggetto che svilupperà la rete commerciale del prodotto nutraceutico e la sua promozione".

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