“Abbiamo incrementato il valore della produzione fino a 62 milioni e 283 mila euro – sottolinea il direttore generale Ivan Cremonini – in crescita rispetto ai quasi 60 del 2013. Ciò testimonia che le scelte operative individuate, a seconda delle differenti necessità di mercato, hanno prodotto margini positivi anche se inserite in un contesto settoriale non particolarmente favorevole”.
Il Consorzio è riuscito a riguadagnare quote di mercato in quesi tutti i ambiti di azione, nonostante la crisi perdurante del Parmigiano Reggiano e il calo significativo dei prezzi dei cereali, fatta eccezione per il grano duro. Il core business del Consorzio si conferma ancora una volta la divisione mangimi, nella quale è iniziato l'importante processo di riconversione di vendita di prodotto rigorosamente non ogm, con 15 milioni di euro di fatturato e una crescita del 3,5% rispetto al 2013.
Grande performance per il settore ammassi, con un notevole incremento dei quantitativi ritirati, +5% sui prodotti estivi e addirittura il +75% su quelli autunnali per un totale di oltre 450mila quintali di ritiri effettuati. Passando all'analisi finanziaria, il bilancio appena approvato si chiude con un margine operativo positivo che passa da 1 milione e 550 mila euro a 2 milioni e 88mila euro, con una crescita del 34,7%.
“Questi risultati – sottolinea il presidente del Consorzio agrario di Parma Giorgio Grenzi – sono incoraggianti e dimostrano come il lavoro costante, trasparente e ben fatto consente al Cap di essere leader del settore e un partner insostituibile per le imprese agricole parmensi. Abbiamo raggiunto importanti risultati nei vari settori, in particolare nell'agroparma, zootecnico e ritiro cereali, senza però rinunciare a nuovi e rinnovati servizi: mezzi tecnici avanzati, assistenza in campo, agevolazioni per il credito, ricerca scientifica e sperimentazione vendita di prodotti tipici di filiera e tanto altro rappresentano un mosaico di servizi completo e davvero molto colorito”.