Secondo Agrinsieme è fondamentale utilizzare l'intero budget a disposizione degli aiuti accoppiati.
"Il nostro Paese - ricorda il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane - si è battuto a livello europeo per un plafond pari al 15 per cento, comprensivo di un intervento a favore delle colture proteiche. Quindi, sarebbe una grave perdita anche di credibilità limitarsi ora ad utilizzare somme inferiori. Tanto più che eventuali somme non utilizzate ripartite su tutto il territorio nazionale potrebbero comportare incrementi inconsistenti dei pagamenti disaccoppiati per i produttori".
Le difficoltà che vivono le imprese impongono quindi scelte coerenti ed incisive.
"Con oltre 570 milioni all'anno si può fare una vera politica agricola, si possono risolvere problemi di alcune filiere e rilanciarne altre - spiega Agrinsieme - È folle pensare di rinunciare alla gestione di parte di queste risorse. Si potrebbe anche ipotizzare di gestire il budget in parte con le regioni e in parte a livello centrale per incentivare filiere strategiche nazionali. Uno schema condiviso di competenze e governance che è già stato applicato vantaggiosamente in altre circostanze, come nell’accordo di dicembre per la gestione dei fondi di sviluppo rurale 2014-2020 e come avviene da tempo per i fondi della promozione dell’Ocm vitivinicola".
Agrinsieme sottolinea l'importanza di puntare su una selettività non tra comparti ma nei comparti, orientando le scelte verso la qualità, le produzioni ad alta intensità di manodopera, l'aggregazione dell'offerta e il rafforzamento dei sistemi di filiera.
"Occorre infine - conclude Agrinsieme - sostenere fortemente le imprese condotte da giovani utilizzando tutte le misure e le risorse disponibili nella nuova Pac. Il ricambio generazionale per la nostra agricoltura rappresenta un irrinunciabile fattore strategico di crescita".
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Fonte: Confagricoltura