“La pioggia è stata abbondante, ma questa volta crediamo che sia stata la diffusa presenza di nutrie sul territorio che con le loro tane hanno compromesso gli argini. Un problema che da anni segnaliamo e soprattutto puntiamo il dito su un animalismo troppo rigido che spesso ostacola i piani di cattura di questa specie non autoctona ed estremamente invasiva”. Agrinsieme Emilia Romagna, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare)  interviene sui fatti calamitosi che stanno colpendo le popolazioni della provincia di Modena dove migliaia di ettari sono allagati causando danni ingenti ad abitazioni e alle colture.

L’area è investita a vigneti specializzati di lambrusco e pere, colture di alto valore. “Stimiamo in diversi milioni il valore dei danni arrecati alle coltivazioni – spiega una nota di Agrinsieme – ma è presto per fare un ‘conto’ del disastro. Chiediamo che venga richiesto lo stato di calamità naturale in una zona già martoriata dal terremoto e dove ancora non si è usciti da quella emergenza”.

Agrinsieme segnala anche una scarsa manutenzione degli argini di fiumi come il Secchia e il Panaro che periodicamente sono soggetti ad ondate di piene.  “Anche in questo caso l’ambientalismo esasperato contrasta operazioni che dovrebbero essere nella norma e che servono invece per consentire un regolare deflusso delle acque – scrive Agrinsieme -. Se a ciò aggiungiamo la forte antropizzazione e la costante ‘erosione’ di terreni agricoli per dar spazio alle edificazioni - sottolinea Agrinsieme – è chiaro che queste emergenze rischiano di manifestarsi sempre più spesso. Sollecitiamo quindi di incrementare la manutenzione del territorio con interventi straordinari  - conclude la nota - per far fronte anche alle alterazioni climatiche e agli effetti sul territorio”.