L’area è investita a vigneti specializzati di lambrusco e pere, colture di alto valore. “Stimiamo in diversi milioni il valore dei danni arrecati alle coltivazioni – spiega una nota di Agrinsieme – ma è presto per fare un ‘conto’ del disastro. Chiediamo che venga richiesto lo stato di calamità naturale in una zona già martoriata dal terremoto e dove ancora non si è usciti da quella emergenza”.
Agrinsieme segnala anche una scarsa manutenzione degli argini di fiumi come il Secchia e il Panaro che periodicamente sono soggetti ad ondate di piene. “Anche in questo caso l’ambientalismo esasperato contrasta operazioni che dovrebbero essere nella norma e che servono invece per consentire un regolare deflusso delle acque – scrive Agrinsieme -. Se a ciò aggiungiamo la forte antropizzazione e la costante ‘erosione’ di terreni agricoli per dar spazio alle edificazioni - sottolinea Agrinsieme – è chiaro che queste emergenze rischiano di manifestarsi sempre più spesso. Sollecitiamo quindi di incrementare la manutenzione del territorio con interventi straordinari - conclude la nota - per far fronte anche alle alterazioni climatiche e agli effetti sul territorio”.
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Fonte: Agrinsieme