E’ questo il gravissimo bilancio che emerge dal primo monitoraggio sugli effetti del maltempo effettuato dalla Coldiretti; l'organizzazione chiede di avviare le procedure per verificare se esistono le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità nei territori colpiti, dalla Liguria alla Toscana fino all’Emilia, dove a Modena l'alluvione con l’esondazione del Secchia ha colpito la culla del Lambrusco di Sorbara Doc e delle Pere dell'Emiia Romagna Igp.
La Coldiretti riporta che nel modenese si contano oltre duemila ettari di coltivazioni sommerse, con grano e altri cereali spazzati via dalle acque che hanno invaso anche le stalle dove si lavora per mettere in salvo gli animali. Nelle campagne manca anche la corrente elettrica nelle abitazioni, nelle cantine e negli stabilimenti di frigoconservazione, con il rischio di perdita dei raccolti.
"Il maltempo – precisa la Coldiretti - si è infatti abbattuto su un territorio fragile con la percentuale di Comuni con parte del territorio a rischio frane ed alluvioni che varia dal 98 per cento in Toscana e Liguria al 95 per cento in Emilia Romagna".
"Siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici - continua la Coldiretti - che si stanno manifestando con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Nell'82 per cento dei Comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane e/o alluvioni ed oggi ben 5 milioni di cittadini vivono in zone di pericolo".
"A questa situazione - denuncia infine la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento".
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Fonte: Coldiretti