In primo luogo, osserva il numero uno di Confagricoltura Veneto, "bisognerebbe usare una terminologia corretta. E' fuorviante parlare di inquinamento o di contaminazione a proposito degli Ogm, che non sono agenti patogeni ma, appunto, organismi geneticamente modificati. In ogni caso, il problema si porrebbe in termini completamente diversi se le Regioni avessero dettato regole di coesistenza realistiche fra coltivazioni convenzionali, biologiche e Ogm, tali da permettere ad ogni operatore di praticare la scelta agronomica preferita".
Inoltre, prosegue Bonaldi: "Ciò che a noi sta a cuore sono i principi della libertà di ricerca e di impresa. Sotto il primo profilo, gli agricoltori vogliono capire se la genetica può portare dei vantaggi alla loro attività e al loro reddito e credo che dovremmo accontentarli; come dovremmo accontentare i consumatori, i più avveduti dei quali hanno capito che esiste la possibilità che l'introduzione degli Ogm porti al ridimensionamento dell'uso della chimica in agricoltura. Circa la libertà di impresa, poi, è questa che Confagricoltura Veneto vuol tutelare, si esprima attraverso le coltivazioni convenzionali, quelle biologiche o gli Ogm, sempre nel rispetto di regole che ci si augura vengano dettate al più presto. Gli agricoltori - osserva Bonaldi -, non hanno bisogno di tutele paternalistiche ma che si mettano a loro disposizione gli strumenti per poter essere veramente imprenditori".
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Fonte: Confagricoltura Veneto