“Concordiamo con le priorità evidenziate dal governo: occorre intervenire sui fattori che limitano la competitività e la produttività dell’economia italiana, per aumentare la crescita economica e l'occupazione. In questo contesto servono specifici interventi per l’agrobusiness che, nel suo insieme, rappresenta  il 17% del Pil, circa 270 miliardi di euro l’anno”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, in relazione alla riunione del Consiglio dei ministri sul Documento di Economia e finanza 2013.
Secondo Guidi, l’obiettivo è quello di creare un settore agroalimentare che faccia network, che avvii contratti di rete, che trovi nella condivisione - e non nella divisione - le occasioni di crescita come sistema integrato. Intorno al concetto di sviluppo ruota il rilancio del settore e la ripresa del Paese.
“Non a caso tra le priorità di Confagricoltura – ha spiegato Guidi – c’è quella di portare la banda larga nelle campagne: le problematiche del settore agricolo vanno affrontate in un’ottica multidisciplinare”.
Da ultimo il presidente di Confagricoltura è tornato sul tema della semplificazione“Abbiamo sempre sostenuto che gli imprenditori agricoli non possono perdere più di cento giornate lavorative l’anno per ragioni burocratiche. Gli oneri richiesti alle aziende sono troppi, onerosi e defaticanti. La competitività parte anche dalla sburocratizzazione”.
 
"L'agroalimentare italiano è sempre più protagonista nel'attività del governo. Nel Documento di economia e finanza 2013 sono state sottolineate le principali questioni relative al settore e la strategia che verrà adottata nei prossimi mesi per favorire la crescita e lo sviluppo del comparto". Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, commentando il testo del Documento di economia e finanza 2013, che riconosce il valore e l'incidenza sul Pil nazionale (quasi il 17%) dell'agroalimentare italiano. Il ministro ha sottolineato come siano stati approvati provvedimenti - l'esenzione del pagamento dell'Imu sui terreni agricoli - per favorire lo sviluppo, la semplificazione e la competitività delle aziende e ha aggiunto che verrà rivisto il funzionamento del settore creditizio per il settore agricolo che negli ultimi anni ha subito una contrazione, puntando sul miglioramento del Fondo di Garanzia.

"Nel frattempo - ha aggiunto il ministro - il governo sottolinea come una soluzione ai problemi di liquidità del comparto sia venuta dall'accelerazione delle procedure di spesa dei fondi comunitari a rischio disimpegno e con l'attivazione dei pagamenti dei Programmi di sviluppo rurale in precedenza sospesi". Tra le misure più urgenti da adottare ci sono, secondo De Girolamo, quelle relative all'ingresso dei giovani nel settore agroalimentare.

"A tal proposito 
sono in corso verifiche sugli immobili che sono messi a disposizione dei giovani - ha detto il ministro - e si stanno individuando, insieme alla Cassa Depositi e Prestiti, le soluzioni più adeguate per la dismissione dei terreni demaniali".
Un ruolo fondamentale sarà giocato dalla programmazione dei fondi comunitari: all'Italia spetteranno per il periodo 2014-2020, attraverso la Politica agricola comune, circa 52 miliardi di euro. "Dopo aver chiuso il negoziato dovremo essere in grado di cogliere le opportunità che ci vengono offerte con questa riforma - ha aggiunto in ministro -. Un'attenzione specifica è rivolta alla tutela delle produzioni agroalimentari italiane: il Governo assicura che andranno seguite con attenzione tutte le novità introdotte dalla normativa comunitaria in materia di Denominazione di origine al fine di tutelare efficacemente le produzioni nazionali".