Gli agricoltori assicurati, in caso di avversità atmosferiche riescono ad ottenere un ristoro anche dell’80-90 per cento della mancata produzione, in funzione al danno patito. "Ma i consorzi di difesa assicurano i danni subiti dalle colture in campo – spiega Lussignoli – Se non si è potuto seminare, non c’è prodotto e non scatta nemmeno la copertura assicurativa".
Una dinamica che costituisce un problema non solo per i redditi della campagna in corso, ma anche, in proiezione, sulla prossima. "L’anno prossimo – continua Lussignoli – dovremo trattare con le compagnie assicurative per un rischio che oggi è una calamità accertata, per effetto dei cambiamenti climatici. E non so come reagiranno, visto che parliamo di polizze volontariamente sottoscritte dalle imprese agricole professionali".
Le produzioni agricole italiane sono assicurate per un valore superiore ai sei miliardi, di cui 1,4 miliardi in Lombardia. Le imprese agricole professionali coinvolte sono 26mila circa.
L’attenzione verso le polizze assicurative è in aumento. "Sono soprattutto le aziende a più alta specializzazione a crederci e ritengo che il numero di sottoscrittori aumenterà – dice Lussignoli –. D’altronde, le polizze multi-rischio di ultima generazione, finanziate in buona parte dallo Stato (alcune tipologie sono sostenute fino all’80 per cento tramite il Fondo di solidarietà nazionale, che ha un budget annuale di 125 milioni di euro, ndr), coprono il rischio di perdere i redditi di un’intera campagna. È un investimento, non un costo".
Forti di un’attenzione che dovrebbe concretizzarsi anche nella riforma della Pac, Lussignoli sollecita nuove formule legate al reddito e non sulla presenza del prodotto in campagna. "Prima o poi arriveranno anche in Italia le coperture legate ai futures" conclude Lussignoli.
Si tratta, nella fattispecie, di derivati sui cambiamenti climatici. Partiti per tutelare dalle avversità meteo clienti come i parchi divertimento, sono utilizzati negli Stati Uniti anche dall’agricoltura specializzata ad alta redditività, come la vitivinicoltura.
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Fonte: VeronaFiere