"Le giovani aziende 'rosa' hanno una forte spinta innovativa: in un caso su due praticano agricoltura multifunzionale con una produzione diversificata e sostenibile e dedicano tanta attenzione al sociale tra fattorie didattiche e agri-asili, ma ci sono tuttora forti discriminazioni nell’accesso al credito -spiega Donne in Campo Cia- mentre servirebbero garanzie precise da parte di banche e istituzioni, per esempio studiando un progetto sul microcredito specifico per la categoria o un fondo 'ad hoc'".
L'associazione sottolinea che oggi, soprattutto per gli investimenti iniziali, resta indispensabile il sostegno della rete familiare, che finisce per sostituire la banca o l’istituto di credito: in otto casi su dieci le nuove leve dell’agricoltura vengono aiutate dalla famiglia nella fase di start-up aziendale, per l’acquisto della terra (65%), per i macchinari (45%) e per la burocrazia di partenza (56%).
"Bisognerebbe dare maggiore fiducia, visibilità e soprattutto aiuto alle giovani agricoltrici, tanto più che in una fase di disoccupazione femminile così elevata il settore primario diventa un’opportunità, in particolare al Sud -osserva Donne in Campo Cia-. Oggi sono già 44.128 le aziende agricole con a capo una donna di età compresa tra i 18 e i 40 anni, pari al 15,4 per cento. Percentuali più alte della media si riscontrano sia nel Nord-Ovest (22%) che nel Mezzogiorno (17%), dove si trova quasi la metà delle imprese rosa (20.369) condotte da 'unnder 40'".
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Fonte: Cia