Focus dell'evento saranno l’unicità del modello alimentare italiano, l’evoluzione del made in Italy alimentare, le sue performance economiche e il suo posizionamento sui mercati esteri, le best practice per crescere fuori dall’Italia, il contesto distributivo e quello normativo nei mercati consolidati e in quelli emergenti, la percezione che i nostri consumatori hanno all’estero del Food italiano. Il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua Magliani, presentando l'iniziativa ha detto: “Ormai un prodotto alimentare su cinque finisce sui mercati esteri, una fetta di valore che, l’anno scorso, ha sfiorato i 25 miliardi di euro. E al +7% del 2012 fa seguito il +12% dei primi due mesi del 2013”. Secondo Federalimentare, il 2012 segna la ripresa del mercato Usa e l’affermazione di nuovi sbocchi extracomunitari, come Paesi Arabi e Estremo Oriente, dove il nostro export ha toccato punte del +42% . “Federalimentare festeggerà quest’anno il suo trentesimo anniversario - ha aggiunto Ferrua Magliani - e da ben 28 anni è legata alle Fiere di Parma attraverso il marchio Cibus.”
Le fiere favoriscono il dialogo tra distribuzione estera e aziende alimentari: su questo è intervenuto Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma: “Cibus ha scelto un posizionamento distintivo: essere l’appuntamento per conoscere e capire i gioielli del nostro made in Italy alimentare attraverso un percorso non solo fieristico ma esperienziale sul territorio. Per prepararlo al meglio ogni due mesi organizziamo insieme ai nostri espositori dei Market Check nei mercati obiettivo a margine delle fiere leader di quei mercati. Negli ultimi 6 mesi abbiamo organizzato Cibus Market Check a Shanghai, Mosca e Tokio; ci attendono Bangkok, New York e San Paolo nel prossimo semestre”.
In un processo di specializzazione e di focus progressivo sulle competenze, Fiere di Parma vede il proprio sviluppo strategico: “La crisi interna impone alle fiere italiane di usare la conoscenza in chiave export per ottimizzare le risorse, calanti, dei loro espositori – ha detto Franco Boni, presidente di Fiere di Parma -; in un contesto fortemente competitivo chi non sviluppa alleanze e insiste su costosi progetti in mercati lontani rischia di appesantire i bilanci e ritardare l'internazionalizzazione delle imprese italiane, nelle Fiere già consolidate”.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Cibus