In Italia i consumi di ortofrutta sono andati in calando negli ultimi anni: le cause sono molteplici, dalla crisi al cambiamento degli stili di vita, fino agli ultimi “scandali” igienico-sanitari che hanno trovato vasta eco sui media.

 

L’igiene e la salubrità dei prodotti sono dunque elementi di primaria importanza all’interno della filiera agroalimentare, sia in termini sostanziali che di comunicazione La garanzia del rispetto delle norme igieniche e sanitarie è uno dei fattori principali che determina le scelte del consumatore, nonché un elemento di assoluta competitività tra settori e prodotti diversi, tra la frutta italiana e quella estera.

 

Queste garanzie devono riguardare tutti gli aspetti della filiera, dalla produzione alla distribuzione: in tutto ciò anche l’imballaggio ha quindi un ruolo importante.

 

Lo dimostra uno studio recente promosso dal Consorzio Bestack, organismo che riunisce a livello nazionale i produttori di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta, che ha sviluppato - insieme all’Università di Bologna - Dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari di Cesena - una ricerca biennale incentrata sulla valutazione del contributo del packaging sulla contaminazione microbiologica dei prodotti ortofrutticoli.

 

L’analisi, curata dallo staff della professoressa Rosalba Lanciotti, ha riguardato le due principali tipologie di imballaggio per ortofrutta impiegate sul mercato - cartone ondulato monouso e cassette di plastica a sponde abbattibili riutilizzabili - ed è partita da un’analisi di base, ovvero vedere cosa accade se si testa il livello di igiene di questi imballaggi.

 

Complessivamente negli imballaggi analizzati è stata riscontrata la presenza di una carica microbica non pericolosa per il consumatore, ma in grado di alterare e ridurre la shelf life del prodotto fresco. Nello specifico, negli imballaggi riutilizzabili è stata riscontrata la presenza di coliformi totali e di sporigeni anaerobi, assenti invece nel cartone. I microrganismi trovati sono inoffensivi per l’uomo, ma dannosi per il prodotto, in quanto ne limitano la durata di conservazione facendo aumentare scarti e marcescenze.

 

Va comunque considerato che la filiera ortofrutticola è caratterizzata da infinite variabili che possono influire sulle condizioni dei prodotti stessi. Pertanto il secondo step della ricerca ha previsto una situazione asettica, nella quale cartone ondulato e plastica riutilizzabile sono stati messi alla pari, a uno stesso livello di carica batterica, al fine di misurare quanto incide il materiale di imballaggio nel trasferimento dei microrganismi sul prodotto.

 

E’ risultato che i frutti confezionati in cartone hanno 1/10 delle probabilità di essere contaminati rispetto a quelli nelle plastiche a sponde abbattibili.

 

Lo studio di Lanciotti dimostra dunque che l’imballaggio di cartone ondulato è la soluzione più igienica per il contenimento e la movimentazione di frutta e verdura, innanzitutto perché è più pulito rispetto ad altri tipi di imballaggio riutilizzabili. In secondo luogo perché, per sua stessa natura, il cartone trattiene parte della carica batterica trasferendone meno sul prodotto contenuto, grazie alla maggiore porosità del materiale che “assorbe” i potenziali microrganismi.

 

In un contesto generale dove i consumi alimentari sono sempre più orientati verso la sicurezza, il wellness, la dieta sana, il biologico, la capacità di mantenere standard elevati di igiene e salubrità è un elemento fondamentale per distinguersi sul mercato. Diviene quindi sempre più importante, per l’intero comparto ortofrutticolo italiano, innalzare il grado di analisi, ricerca e garanzia su questi temi, al fine di migliorare il proprio posizionamento a livello nazionale e internazionale.