Con il caldo si moltiplicano gli incendi con interi campi coltivati andati in fiamme mentre praticamente ovunque le piante soffrono ed appassiscono per la mancanza di acqua.
E' la Coldiretti a lanciare l'allarme sugli effetti delle alte temperature sulle coltivazioni nel sottolineare che a macchia di leopardo nelle campagne divampano gli incendi come quello scoppiato nel padovano, in località Sant'Elena, dove è bruciata un'intera coltivazione di granoturco. La Coldiretti invita i cittadini a rispettare le precauzioni base dell'educazione ambientale ed eventualmente a segnalare eventi sospetti già dai primi segnali di fumo per evitare di aggravare il già pesante bilancio dei danni provocato dal clima torrido dopo un mese di giugno che ha chiuso classificandosi in Italia al secondo posto tra i più caldi di sempre, dietro solo a quello del 2003 segnato da una siccità storica.
Sopra i 30 gradi - sottolinea la Coldiretti – vanno in stress anche le piante di pomodoro che non riescono più a lavorare e si fermano. L'irrigazione non riesce a sopperire neanche al fabbisogno idrico delle coltivazioni di granoturco, che al nord hanno cominciato ad appassire.
"Le coltivazioni - spiega la Coldiretti - in questa fase stagionale si trovano in un momento critico di sviluppo e hanno bisogno dell'acqua per completare il ciclo produttivo. Infatti la perdita di acqua delle piante e del terreno, la cosiddetta evapotraspirazione, con le temperature bollenti di questi giorni ha raggiunto livelli che si registrano normalmente a fine luglio/agosto".
Il caldo ha pesanti effetti anche sugli animali: i maiali, che hanno perso l'appetito per l'afa e le temperature, stanno consumando fino al 40 per cento in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime, mentre le mucche nelle stalle sono stressate e producono fino al 10 per cento di latte in meno, rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali.
La situazione è aggravata dall'umidità che, come per le persone, aumenta la sensazione di caldo anche per gli animali. "In soccorso nelle stalle sono state allestite - riferisce la Coldiretti - doccette, ventole e condizionatori e utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell'alimentazione preparata dagli allevatori".
In difficoltà anche le api che, stremate dal caldo, non sono più in grado di svolgere adeguatamente il loro prezioso lavoro di trasporto del polline e del nettare: è a rischio la produzione di miele dopo che l'estremizzazione delle temperature medie invernali, con un febbraio di forte gelo perdurante e poi un marzo con punte di calore estive, non ha certo favorito l'uscita dall'inverno degli allevamenti apistici.
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Fonte: Coldiretti