"Abbiamo fortemente voluto la nascita della Confederazione generale dei bieticoltori italianiper dare al settore bieticolo uno strumento efficace per affrontare le sfide che si apriranno dal 2014 con la riforma della Politica agricola comune, dopo la pesante ristrutturazione che ha riguardato sia l'industria saccarifera, sia i bieticoltori tra il 2006 e il 2011". Questo il commento di Confagricoltura sulla nuova struttura che sancisce l'alleanza tra Anb e Cnb, le due principali associazioni che operano nel settore della bieticoltura italiana. Le prospettive del settore sono state analizzate da Mario Guidi, presidente Anb, e Alessandro Mincone, presidente Cnb, assieme a Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura dell'Europarlamento e Tiberio Rabboni, assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna.

In particolare, la Cgbi assumerà la rappresentanza unitaria dei 20.000 soci delle due associazioni nel confronto interprofessionale con l'industria e razionalizzerà le attività di servizio presso gli zuccherifici, evitando duplicazioni e riducendo i costi

Confagricoltura osserva che con un consumo di oltre 1.600.000 tonnellate e la quota di sole 500.000 tonnellate l'Italia è fortemente dipendente dalle importazioni intracomunitarie. Sottolinea inoltre la necessità di dare maggior peso alla bieticoltura italiana con la fine dei sostegni accordati temporaneamente alla bieticoltura italiana, dopo la rinuncia a due terzi della quota zucchero nazionale. 

"Da Paese esportatore di zucchero fino a 6 anni fa, l'Italia è, infatti, oggi importatore netto di questa commodity strategica per la sicurezza alimentare – ricorda l'Organizzazione degli imprenditori agricoli -. La scommessa della nuova Confederazione generale dei bieticoltori italiani è quella riuscire a ricompattare la filiera bieticolo-saccarifera nazionale, affinché la barbabietola da zucchero continui a rappresentare un'opportunità economica valida per i produttori, tra le colture arabili".