Pesche e nettarine: siglata intesa nonostante l'assenza della Grande distribuzione.
Un accordo chiaro, tempestivo e di grande rappresentatività in cui l'assenza della Gdo – scrive Ortofrutta Italia, “esalta, anzi, il ruolo di valorizzazione e promozione della qualità del prodotto nazionale svolto dagli operatori grossisti di mercati, dai centri agroalimentari italiani e dagli operatori commerciali privati”.

A renderlo noto Ortofrutta Italia, organismo interprofessionale del comparto ortofrutticolo nazionale che lo scorso 15 maggio ha trasmesso al Mipaaf - per le verifiche di competenza - l'accordo 2012 per la commercializzazione delle pesche e nettarine deliberato all'unanimità dal consiglio di amministrazione.

 

Stop ai piccoli calibri

L'accordo rappresenta una prima vera risposta della filiera sia alle previsioni produttive europee ufficiali che alla riduzione dei consumi prevista in particolare per l'Italia.

In base a quanto definito, viene bloccata l'immissione sul mercato del fresco di prodotto classificato di seconda categoria in base alle normative comunitarie, qualunque sia la sua origine; mentre l'immissione dei frutti di calibro D – piccole pezzature – è ammessa a partire dal 1 giugno 2012. Potranno, infine, accedere al mercato i frutti di calibro C limitatamente alle cultivar a maturazione precoce e medio-precoce.

L'accordo – spiega per Agronotizie Gianni Petrocchi delegato di consiglio per gli affari associativi e istituzionali di Uiapoa -, prevede che la pubblica amministrazione si assuma l'impegno di verificare l'estensione degli accordi anche ad un ambito comunitario.

Non nascondo – afferma -, che ciò sia di difficile attuazione e che l'accordo, politicamente importante, sia un gigante dai piedi d'argilla se non accompagnato dalla possibilità di applicare sanzioni attraverso un soggetto controllore”.

 

Piccole critiche

L'accordo che è stato presentato a Madrid, dove negli scorsi giorni si sono tenuti i lavori del Gruppo Misto Ortofrutticolo Francia, Spagna e Italia per esaminare congiuntamente i diversi problemi del settore, ha raccolto qualche perplessità da parte di alcuni esponenti delle associazioni di rappresentanza spagnole.

"La criticità – ha spiegato Petrocchi - ha riguardato le condizioni di commercializzazione individuate ritenute poco realistiche e in controtendenza con le richieste del mercato”.

A fronte del bisogno della Gdo di attuare una politica dei prezzi bassi al di sotto dei due euro e in alcuni casi anche di un euro al chilo, stando all'analisi della componente spagnola sarebbero necessarie pezzature piccole e sarebbe quindi un errore bloccarne l'immissione sul mercato.

Per quanto ci riguarda – ha ribadito Petrocchi -, siamo orientati ad agire in base a ciò che riteniamo giusto per il comparto”.

 

Sinergie di promozione

L'accordo trasmesso al ministero, presente tra l'altro a Madrid con una sua rappresentanza, prevede inoltre che la pubblica amministrazione metta in atto iniziative di promozione istituzionale per le pesche e le nettarine così da incentivarne i consumi in concomitanza con la centralità della campagna e che vengano adottati provvedimenti straordinari a favore di tutti i produttori in caso di crisi di mercato.

Il protocollo di intesa – chiude la nota di Ortofrutta Italia -, descrive l’obiettivo comune delle parti di assicurare fluidità all'azione della filiera ortofrutticola italiana, valorizzando il prodotto nazionale e garantendo il reddito del produttore nel rispetto degli interessi degli operatori della filiera e dei consumatori”.

 

Gruppo misto

Durante l'incontro nella capitale spagnola, i tre stati partecipanti hanno rilevato una manifesta debolezza degli attuali strumenti per la gestione e la prevenzione delle crisi da cui è scaturita una richiesta di interventi più corposi.

Aspettiamo con ansia – afferma Petrocchi - il 22 maggio per conoscere il documento di risposta formale che il commissario europeo Ciolos presenterà a nome della Commissione”.

In esso sono contenuti l'aumento dei prezzi di ritiro per il prodotto destinato alla beneficenza ma anche una sostanziale stabilità della percentuale dei quantitativi, punto sul quale le criticità non sono mancate.

Auspicabile – conclude Petrocchi -, sarebbe anche godere di interventi specifici di sostegno al reddito che vadano a pescare non tanto dalle risorse destinate all'ortofrutta ma che passino per un fondo di mutualità alimentato dalle risorse dello sviluppo rurale che spesso abbonda di somme non utilizzate”.

Affrontata a Madrid anche la questione relativa alla reciprocità delle norme ambientali e fitosanitarie su cui è stato chiesto un impegno specifico ai direttori generali di Italia Francia e Spagna.

Avversate dagli spagnoli, le regole comunitarie sui prezzi d'entrata ritenute un'arma spuntata che unitamente agli accordi bilaterali ha aperto il mercato europeo alle produzioni del bacino mediterraneo all'origine delle difficoltà in cui si trovano gli agricoltori dei tre paesi.

Sempre dalla componente iberica sono giunti la richiesta di una clausola di salvaguardia per le fragole con meccanismo automatico e un parere negativo sull'accordo Unione europea Marocco per il pomodoro da mensa.