"Rivisitare la storia alla luce dei commenti anziché dei fatti è un'operazione che fa semplicemente perdere di vista la verità. La vicenda dei controlli sui vini Igt rischia di rientrare in questa casistica se non viene subito riportata entro i binari lungo i quali si è sviluppata".

L'assessore all'Agricoltura del Veneto, Franco Manzato, rispiega la posizione sull'argomento della Regione, "che non è affatto contro i controlli, che devono essere obbligatori ed efficaci, nell'interesse e a tutela dei consumatori, ma anche non vessatori. Anzi, proprio la proposta del Veneto sulla questione è diventata il 3 maggio posizione unanime della Commissione politiche agricole e il 10 maggio posizione pure unanime della Conferenza dei presidenti; la Stato-Regioni ha semplicemente sancito la mancata intesa con il Governo".

Alla base di tutto c'è il regolamento CE n. 607/2009 che, all'art. 25, par. 1, secondo capoverso, prevede una verifica annuale effettuata dall'autorità di controllo competente di cui all'articolo 48, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 479/2008, "condotta negli Stati membri in cui ha avuto luogo la produzione in conformità al disciplinare secondo una delle seguenti modalità: a) mediante controlli casuali in base ad un'analisi di rischio, oppure b) mediante controlli a campione, oppure c) mediante controlli sistematici, oppure d) mediante una combinazione dei controlli sopra indicati".

La posizione del Veneto, divenuta il 3 maggio posizione unanime delle Regioni, era per il controllo a campione; il rappresentante del ministero ha però sostenuto che i controlli a campione non sono ammessi dal regolamento comunitario.

"E questa potrebbe essere una banale ‘svista', ma qui si apre il problema dei costi del controllo – ha ricordato l'assessore – che sono a carico della filiera: il controllo sistematico (l'unico possibile secondo il ministero ma non dice così il regolamento europeo), comporterebbe aumenti di prezzo all'origine anche del 20 per cento, tenuto conto che ci sono vini Igt da 20 centesimi al litro. Detto in altre parole: il costo del controllo supererebbe la redditività del prodotto, con una penalizzazione pesante visti i tempi che corrono, ma soprattutto inutile. Per contro, a fronte di un sistema di gestione ordinato e di un piano di verifiche accurato, che in Veneto abbiamo già testato creando un modello da seguire anche per gli altri, la forma e la sostanza dei controlli sarebbero pienamente rigorosi e rispettati anche con la campionatura. Il resto è chiacchiericcio, speriamo non interessato, che rischia di ricadere solo sui produttori".