Un boccata di ossigeno arriva ai campi italiani: nel periodo aprile-giugno (secondo trimestre) del 2011 l'indice dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori è aumentato dello 0,4% sul trimestre precedente e dell'11,2% rispetto allo stesso trimestre del 2010. Lo certifica l'Istat nel documento 'Prezzi dei prodotti agricoli', pubblicato il 9 settembre 2011.

Rispetto allo stesso periodo del 2011 i maggiori tassi di crescita hanno interessato i prezzi di cereali (+64,7%) e olio d'oliva (+11,4%), mentre si sono registrate diminuzioni per frutta (-8,0%) e ortaggi e piante (-4,8%).

Tuttavia, la dinamica tendenziale degli indici mensili dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori ha mostrato a giugno segnali di rallentamento rispetto a quella misurata nei mesi precedenti, registrando un aumento dell'8,1% rispetto a giugno del 2010.

In aumento anche l'indice dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori: l'aumento è stato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e del 6,4% rispetto al secondo trimestre del 2010.

La dinamica tendenziale degli indici mensili dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori ha registrato un'accelerazione a giugno, raggiungendo un tasso di crescita del 7,1%.

Tra i prodotti acquistati, i prezzi dei beni e servizi intermedi sono aumentati dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2010; i beni di investimento hanno segnato una variazione congiunturale pari a +0,6% e tendenziale del +1,7%.

Sul piano congiunturale, cioè rispetto al periodo precedente, gli incrementi maggiori hanno riguardato i prezzi di energia e lubrificanti (+3,1%) e concimi e ammendanti (+1,8%). In calo i prezzi dei mangimi e delle spese veterinarie (-0,1%).

Per quanto riguarda invece le variazioni rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, gli aumenti maggiori si hanno riguardato concimi e ammendanti (+17,0%), mangimi (+12,3%) ed energia e lubrificanti (+12,2%).

La Cia - Confederazione italiana agricoltori ha accolto positivamente i dati dell'Istat: "Dopo tre anni di crolli dei prezzi agricoli, che hanno perso oltre il 20% tra il 2008 e il 2010, finalmente c'è una ripresa delle quotazioni sui campi". Ma il rialzo dei listini all'origine non è sufficiente a far ripartire i redditi dei produttori agricoli: "I livelli raggiunti dai prezzi agricoli nel secondo trimestre dell'anno non sono ancora remunerativi per gli agricoltori poiché contemporaneamente sono continuati a crescere in maniera esponenziale i costi produttivi delle aziende".

"Di fatto, quindi, la risalita dei prezzi all'origine nel secondo trimestre 2011 non compensa l'incremento dei costi dei fattori produttivi - conclude la Cia - Per ridare fiato ai redditi degli agricoltori (fermi al meno 3% nel 2010 contro il più 14% della media Ue) occorrono interventi mirati per ridurre oneri e gravami che penalizzano la competitività delle imprese agricole".