"Oltre 5 milioni di ettari, su un totale di 24 milioni seminati a grano nel nord della Cina, soffrono per la prolungata siccità da quattro mesi. Ma è troppo presto per lanciare allarmi; gli eventi climatici cinesi non devono preoccupare i mercati internazionali e fare da volano ad operazioni speculative, oltre tutto in una fase di mercato che già offre poche certezze agli operatori". Lo sottolinea Confagricoltura che sta monitorando attentamente la situazione e le sue ripercussioni sulle quotazioni.
Dice l'organizzazione degli imprenditori agricoli: "Ogni ragione di allarme va attentamente valutata, perché crea un rialzo dei prezzi, seguito da un puntuale ribasso delle quotazioni nel momento in cui la situazione ritorna alla normalità".
Confagricoltura spiega perché la siccità cinese non deve ancora preoccupare: "Solo se dovesse perdurare fino a tutto aprile, potrebbe profilarsi una riduzione delle rese del frumento fino a un 20%".
Confagricoltura ricorda infine che la Cina, pur essendo il secondo produttore mondiale di frumento con 115 milioni di tonnellate, non ha un ruolo significativo nel commercio planetario, perché il 90% di ciò che produce è destinato all'autoconsumo ed attualmente il Paese dispone di stock sufficienti per oltre sei mesi.
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Fonte: Confagricoltura