Enrico Sermonti
Pochi, tra i non agricoltori, o i non esperti di agricoltura sanno esattamente cosa siano le "quote" che si adottano nel settore. Cerchiamo di spiegarlo.
Le quote sono le quantità di prodotti agricoli che ogni paese è legittimato a produre in base all'assegnazione fatta da organismi giuridici internazionali (nel nostro caso la Comunità europea), fondandosi su criteri di equità distributiva. Chi le "sfora", ovvero le sorpassa, paga (o meglio, dovrebbe pagare) pesanti multe. Sarà ogni paese a regolare al suo interno le quote tra le aziende.
Il regime delle quote funziona attualmente nei settori produttivi dello zucchero e del latte, che sono quelli più esposti a sovrapproduzioni (Regolamento CE n. 1234/2007) e finirà nel 2015.
Queste quote, limitando la concorrenza, dovrebero difendere i prezzi. Uso il condizionale perché, nonostante le quote, il prezzo del latte è crollato recentemente del 40%.
E' evidente che questo regime delle quote viola sfacciatamente le regole della libera concorrenza che, in un regime liberale, affida la distribuzione produttiva alla capacità di contenere i prezzi ed esaltare la qualità. Chi fa le spese della ridotta concorrenza è, al solito, il povero "Pantalone".
L'antitrust, fatto apposta per frenare ogni accordo per influire sui prezzi, dovrebbe farsi sentire.
Sentiamo in aria uno spiccato maleodore di illegittimità. In uno stato di diritto, dove sono legittime solo le azioni che non provochino danni a terzi, questo aggirare con le quote il meccanismo dei prezzi, che danneggia palesemente il consumatore, va contro le regole del viver civile.
Ma si rispettano le quote? Purtroppo non è difficile evadere il regime delle quote, anche se la polizia tributaria della Guardia di finanza si sta dando da fare per frenare gli abusi.
La competizione per le quote è un po' in contraddizione con la tendenza, peraltro incoraggiata, all'abbandono dell'agricoltura. L'agricoltura va abbandonata eppure c'è ancora chi fa a spallate per appropriarsi di qualche settore. Ma, evidentemente, ci sono ancora, in questa torta malandata, fette che fanno ancora gola a qualcuno.
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