Non piace l'idea di anticipare la riforma dell'Ocm ortofrutta che prevede la rinuncia al disaccoppiamento parziale degli aiuti comunitari già dal prossimo anno. Ne parla “La Gazzetta di Parma” del 21 maggio e sull'argomento interviene anche “Italia Oggi” del 23 maggio mettendo in evidenza le divisioni che anche su questo fronte caratterizzano il mondo agricolo. L'ortofrutta è invece al centro di un accordo fra agricoltori e mercati all'ingrosso che dovrebbe consentire, come racconta “Italia Oggi” del 21 maggio, una migliore efficienza logistica e al contempo favorire la trasparenza del prezzo. Il settore dell'ortofrutta è anche al centro di un interessante servizio ospitato su “La Stampa” del 24 maggio, dove si evidenzia che nonostante la difficile congiuntura le aziende di questo settore sanno fare sinergia e migliorare i risultati.
Venti di crisi soffiano invece sul mercato del grano duro per il quale si prevede un calo dei raccolti del 25%. Queste fosche previsioni arrivano dalle colonne de “Il Resto del Carlino” del 23 maggio e sono confermate nello stesso giorno anche da “Italia Oggi” che parla di una minore produzione di 18 milioni di quintali. Le due cose non sono necessariamente collegate, ma anche per le macchine agricole e per il movimento terra si parla con preoccupazione dalle pagine de “Il Sole 24 Ore”, dove si commentano le elaborazioni di Unacoma che per questi settori prevede cali negli ordini tra il 40 e il 70%. Anche per molti settori agricoli è dunque tempo di crisi, tanto che Confagricoltura, dalle colonne di “Ore 12” del 21 maggio, lancia un appello per ottenere incentivi in modo non dissimile a quanto è avvenuto per altri comparti produttivi. A proposito di incentivi e di aiuti, ecco arrivare una buona notizia per gli agricoltori dell'Emilia Romagna ai quali sono destinati, come scrive “Il Resto del Calino” del 25 maggio, 142 milioni di euro per favorire l'aggregazione dei produttori.
Ancora influenza, che noia
Di aiuti ne avranno bisogno certamente gli allevatori di suini specie se si continuerà nella “saga” dell'influenza suina che riprende fiato ogni volta che si sente uno starnuto fuori stagione...E' stato sufficiente che qualche studente di ritorno dagli States avesse qualche linea di febbre per ridare fiato ai catastrofisti mediatici. “Il Messaggero” del 24 maggio ricorda che in Italia abbiamo 19 casi (19!), e “Il Corriere della Sera” nello stesso giorno sottolinea che a rischio ci sono 14 scuole. Peccato che si continui impropriamente a parlare di “febbre suina”, creando inutili sospetti nei confronti delle carni di maiale. Il nome giusto c'è, si chiama nuova influenza e a quanto pare è anche meno aggressiva di quella “vecchia”. “Repubblica” del 25 maggio preferisce rincarare la dose e pubblica la traduzione di un “pensiero” del portoghese Josè Saramago (nobel 1998 per la letteratura), che descrive con scenari apocalittici i moderni allevamenti intensivi. No comment.
Il latte arrabbiato
Difficoltà si incontrano sul mercato del latte tanto che sta montando un po' in tutta Europa la protesta degli allevatori ormai con l'acqua alla gola per i prezzi troppo bassi, come si può leggere su “Libertà” del 20 maggio. Sull'argomento latte si sofferma anche “Le Figaro” del 22 maggio per ricordare le difficoltà che allevatori e industrie stanno incontrando nel trovare un punto di incontro, come peraltro avviene anche in Italia. Ma in Francia gli allevatori decidono persino di scendere in piazza per protestare ed è ancora “Le Figaro” a darne notizia nei giorni seguenti. A dare una mano agli allevatori italiani, inaspettatamente, arriva slow food che dalle colonne della “La Stampa” del 24 maggio ricorda che a questi prezzi la qualità del latte è necessariamente negata. Ed è ancora “La Stampa” che il 26 maggio ospita una dettagliata cronaca delle proteste che hanno bloccato mezza Bruxelles. Dalle colonne di “Libero” del 26 maggio arriva poi la notizia dell'anticipo degli aiuti diretti agli allevatori, mentre i ministri dell'Agricoltura della Ue, come riporta “Avvenire” dello stesso giorno, sono pronti a studiare nuovi strumenti per sostenere il mercato. Purchè facciano in fretta.