"Il tema è vasto – ha detto in premessa Massimo Agostini, giornalista de Il Sole 24 Ore e moderatore dell’incontro - e assume toni sempre più accesi in vista dell’approvazione finale della Riforma Ocm Ortofrutta attesa per giugno. Il dibattito è serrato sul tema del disaccoppiamento (separazione dell’importo dei finanziamenti comunitari dai livelli di produzione) totale o parziale degli aiuti: alcune organizzazioni sono favorevoli al disaccoppiamento totale subito, altre chiedono gradualità".
Che l’approdo finale sia il disaccoppiamento totale lo aveva ribadito il ministro Paolo De Castro all’inaugurazione di Macfrut, puntualizzando però che "in alcuni casi, come per il pomodoro da industria, è opportuno un atterraggio morbido che preveda per pochi anni una semplificazione del sistema attuale".
L’incontro ha delineato le posizioni delle organizzazioni agricole, in vista dell’appuntamento di Bruxelles, facendo emergere distinguo sul tema del disaccoppiamento e sulle sue possibili applicazioni, a fronte dell’unità d’intenti sulla maggior parte delle proposte presentate al Tavolo agroalimentare di Palazzo Chigi dal ministro.
"Ci sono posizioni diverse fra le organizzazioni – ha detto Aiuto, Copagri - sulle quali è bene ragionare per arrivare ad una sintesi unitaria. Sul disaccoppiamento siamo per un’applicazione graduale alla luce delle esperienze passate, vedi il grano duro". Altro punto cruciale, il tema delle risorse. "Se il peso dell’ortofrutta – ha detto Aiuto - è pari al 17% della produzione complessiva, non è accettabile avere risorse che si aggirano sul 4%. Si deve ridurre la forbice". Infine, l’invito all’unità. "Dobbiamo avanzare richieste unitarie – ha concluso il presidente Copagri- per poter pesare al tavolo delle decisioni".
Sul disaccoppiamento, diversa la posizione di Coldiretti. "Siamo decisamente favorevoli - ha detto Mauro Tonello, presidente regionale Coldiretti -. L’Italia deve adeguarsi ai parametri europei. Ma se parliamo solo di disaccoppiamento e di crisi di mercato, sviliamo la discussione sulla Riforma e trascuriamo gli indirizzi che la Comunità sta dando con così largo anticipo. L’Italia, in questo modo, rischia di perdere un’occasione". Tonello ha poi affrontato il tema dei mercati. "Dobbiamo puntare ad aumentare le nostre quote di mercato – ha puntualizzato - a prescindere dalle risorse: non ci si può fermare agli aiuti".
Il presidente regionale della Cia, Nazario Battelli, ha messo in luce la novità rappresentata dal convegno perchè "un confronto diretto fra organizzazioni di produttori, sullo scenario dell’ortofrutta – ha detto - è un episodio straordinario, a dimostrazione della centralità dell’argomento". In linea con le posizioni di Copagri, la Cia auspica un "passaggio graduale, pensiamo a 2 anni, per il disaccoppiamento". Quanto agli obiettivi della Riforma – orientamento al mercato, riduzioni delle fluttuazioni di reddito, aumento dei consumi – concordiamo, con qualche discrepanza sugli strumenti applicativi. Dobbiamo cogliere l’occasione data dalla Riforma per mettere in moto in moto meccanismi di programmazione per uno sforzo aggregativo sul Piano strategico".
"E’ difficile parlare di Ocm – ha detto Sergio Lenzi, vice presidente nazionale Confagricoltura - la sensazione è di essere non di fronte a una stazione d’arrivo, ma all’ennesima tappa intermedia, consapevoli che la Comunità sta portando il settore all’obiettivo del Pagamento del Premio Unico. E la domanda che mi pongo è: siamo pronti ad affrontare una Riforma di questa portata? Come si può fare programmazione in un Paese che non ha un catasto, ma tanti catasti?". E poi il disaccoppiamento. "Andiamo tutti nella direzione della Comunità – ha precisato Lenzi - il disaccoppiamento totale. E se qualcuno chiede tempo per modificare l’obiettivo, noi non ci stiamo".
A Luciano Trentini, in rappresentanza del Mipaaf, le conclusioni: "Dobbiamo avere un ruolo unitario – ha detto - rispetto al percorso della Riforma, dal momento che abbiamo la leadership in Europa per livelli di produzione, consapevoli che altri Paesi si stanno muovendo e sono molto agguerriti". Sull’unità d’intenti delle organizzazioni: "Sono convinto – ha precisato Trentini - che si dovrà trovare un punto di incontro per presentarci uniti a Bruxelles, altrimenti potrebbero esserci problemi per l’ortofrutta. Resta fondamentale l’aspetto delle risorse, è indubbio che il 4% non può bastare. L’obiettivo del Ministro è il 6%, per poter assolvere ai compiti richiesti alle Op".