Spesso, nelle discussioni tra apicoltori e nei post sui social network, si torna a parlare degli pseudoscorpioni come attivi predatori di varroa e come possibili alleati nella lotta a questo parassita delle api da miele.

 

Ma cosa c'è di vero? E quale potrebbe essere il loro utilizzo per difendere gli alveari?

 

In questo articolo cercheremo di fare il punto su quelle che sono le conoscenze e le potenzialità di questi piccoli, interessanti e spesso poco conosciuti animali.

 

Gli pseudoscorpioni

Intanto vediamo chi sono gli pseudoscorpioni. Si tratta di piccoli animali che dal punto di vista tassonomico appartengono alla classe degli aracnidi, come i ragni, gli acari e gli scorpioni.

 

Come tutti gli aracnidi hanno otto zampe (quattro paia) e questo li rende ben distinguibili dagli insetti che di zampe ne hanno sei, cioè tre paia.

 

Gli pseudoscorpioni, come dice il nome, sono dei finti scorpioni, molto simili a quelli veri, solitamente di piccole dimensioni, con due chele, ma senza la coda con il pungiglione.

 

Invece, come i loro "cugini" scorpioni, sono dei predatori generalisti, cioè si nutrono di molti tipi di prede, soprattutto di piccoli insetti e acari, ma in genere non hanno una preferenza specifica per una preda in particolare.

 

Pseudoscorpioni e varroa

A questo punto la domanda cruciale è d'obbligo: ma gli pseudoscorpioni se la mangiano la varroa?

 

La risposta è sì. Su questo non ci sono dubbi. Due generi in particolare sono riconosciuti come frequenti predatori di varroa: il genere Ellingsenius e il genere Chelifer, quest'ultimo presente più o meno in tutto il mondo e anche in Europa.

 

La predazione di varroa è stata osservata visivamente e nel 2015 è stata anche confermata con un'analisi molecolare, che mostrava come in esemplari del genere Chelifer vissuti in contatto con alveari infestati da varroa si ritrovassero dei frammenti di Dna ancora riconoscibili come geni di varroa. 

 

E se all'interno del corpo dello pseudoscorpione si sono ritrovati dei pezzi di geni di varroa, l'unica spiegazione è che se la sia mangiata e non avesse ancora finito di digerirla.

 

E non è tutto. È stato osservato che questi pseudoscorpioni possono predare anche larve di Galleria mellonella, la tarma maggiora della cera, e alcuni pensano che potrebbero essere attivi anche contro altri acari parassiti delle api, come quelli del genere Tropilaelaps o addirittura contro Aethina tumida.

 

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Un esemplare di Chelifer cancroides che attacca una varroa

(Fonte: Roland Sachs - Wikipedia)

 

Pseudoscorpioni e api

Ma gli pseudoscorpioni, essendo predatori generalisti, potrebbero essere dannosi anche alle api?

 

Sembra proprio di no. Sono stati documentati solo due attacchi di pseudoscorpioni alle api da miele, ma solo in condizioni di laboratorio, dove questi aracnidi non avevano altri organismi da attaccare.


In molti casi è stata invece documentata una normale convivenza di pseudoscorpioni dei generi Chelifer e Ellingsenius sia con Apis cerana, l'ape nana asiatica, sia con melliponine americane, le api senza pungiglione, sia con Apis mellifera, soprattutto in Sud Africa.

 

Convivenza che arrivava proprio alla presenza di esemplari di pseudoscorpioni sui favi dentro gli alveari, esemplari che in alcuni casi erano addirittura in grado di spostarsi insieme agli sciami, stando attaccati alle api.

 

Potenzialità e limiti per la lotta biologica

Viste queste premesse - la capacità di attaccare la varroa e magari anche altri parassiti e l'essere di fatto innocui per le api, anzi di esser addirittura in grado di conviverci - gli pseudoscorpioni potrebbero essere ottimi candidati per una lotta biologica.

 

Inoltre potrebbero essere anche facilmente allevabili; alcuni appassionati di aracnidi già ne allevano alcuni per hobby e addirittura un gruppo di ricercatori neozelandesi ha messo a punto un metodo per allevarli proprio per usarli contro la varroa, anche se al momento non ci sono biofabbriche che producano psuedoscorpioni a livello commerciale.

 

Quindi perché non si usano? I motivi al momento sono diversi.

 

Il primo sta soprattutto nella biologia di questi animali, in particolare nel loro essere predatori generalisti e quindi non essere specializzati ad attaccare una particolare preda. E questo fa sì che se trovano la varroa mangiano la varroa, ma se non la trovano o non ne trovano abbastanza, mangiano qualcos'altro, magari andando a cercarlo fuori dall'alveare e non tornandoci dentro.

 

Il secondo motivo, per alcuni, è che le arnie moderne non sarebbero un ambiente ideale per gli pseudoscorpioni, perché troppo regolari e con scarse zone dove poter ripararsi o magari nidificare, a differenza dei bugni villici o di alveari presenti in alberi cavi.

 

Inoltre e soprattutto, i trattamenti antivarroa sarebbero letali anche per gli pseudoscorpioni.

 

Tuttavia non è detto che in futuro non si possa pensare ad un loro uso in un'ottica di una lotta integrata alla varroa, magari studiando metodi per allevarli e garantirne la presenza negli alveari, soprattutto nei periodi lontani dai trattamenti.

 

Per approfondire

"Pseudoscorpions: the forgotten beneficials inside beehives and their potential for management for control of varroa and other arthropod pes" - Donovan & Poul, 2005 - BeeWorld

"Culturing chelifers (Pseudoscorpions) that consume varroa mites" - Read et al., 2014 - Journal of Applied Entomology

"Ingestion of varroa destructor by pseudoscorpions in honey bee hives confirmed by Pcr analysis" - van Toor et al., 2015 - Journal of Apicultural Research