E' lungo l’elenco dei paesi europei dove è presente l’influenza aviaria.
La Commissione europea ha aggiornato per l’ennesima volta l’elenco delle zone sono presenti dei focolai del virus, la cui presenza è segnalata in Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Svezia, Regno Unito.
Il pericolo è rilevante, visto che non esiste terapia e questa patologia può creare gravi danni, come più volte approfondito da AgroNotizie.
La profilassi, poiché non esistono vaccini, è solo quella igienico sanitaria, attraverso l’applicazione di severe norme di biosicurezza.
Che non sempre sono sufficienti, vista la capacità di questo virus di muoversi a grandi distanze attraverso gli uccelli migratori.


Il focolaio

Desta dunque preoccupazione la notizia della comparsa di un focolaio di influenza aviaria in provincia di Ravenna, che riguarda un piccolo allevamento dove il virus ha colpito due esemplari di Gru coronata (Balearica regulorum).
La malattia è stata confermata dagli esami dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie, Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria.
Il ceppo virale riscontrato appartiene al sottotipo H5N8, ad alta patogenicità.
Come prevedono le norme di polizia veterinaria è stata istituita una zona di protezione del raggio di tre chilometri intorno all’allevamento e una di sorveglianza con un raggio più ampio (10 km).
 

Le misure

Proibite tutte le movimentazioni di animali entro questo raggio, mentre nell’area di protezione le misure sono più stringenti in modo da ridurre al minimo il possibile contatto con volatili selvatici che potrebbero favorire la diffusione del virus.
La presenza in Romagna di numerosi allevamenti avicoli, anche di grandi dimensioni, impone molta attenzione e le autorità sanitarie hanno invitato a segnalare ogni evento anomalo che si dovesse verificare all’interno degli allevamenti.
 

Stop al virus

Bloccare la diffusione del virus è ora di estrema importanza per evitare che la virosi possa espandersi, con gravi conseguenze per le aziende avicole.
Nuovi focolai comporterebbero la necessità di procedere con gli abbattimenti, oltre che con il blocco dei movimenti e del commercio di prodotti avicoli.