Gli allevatori sono tutti al lavoro per produrre carne, latte e uova.
Un compito reso ancor più difficile dall'emergenza Covid-19, per i mille ostacoli e pericoli nell'approvvigionamento di quanto occorre per proseguire l'attività.

Un impegno che il mercato però non premia. La chiusura di bar e ristoranti ha comportato un deciso cambiamento delle abitudini alimentari, con una caduta di alcuni consumi, in particolare latte e carne.

I prezzi delle vacche sono precipitati e il latte che era destinato al consumo fresco e alla trasformazione fatica a trovare sbocco.
Così anche per il latte il prezzo crolla e molti acquirenti stracciano i contratti, chiedendo di rivedere al ribasso gli accordi precedenti.
 

Avanti, nonostante tutto

Pur di fronte a queste oggettive difficoltà, non si ferma l'attività di assistenza tecnica agli allevamenti, necessaria per il miglioramento genetico del nostro patrimonio zootecnico.
Ha tenuto a ribadirlo Roberto Nocentini, presidente di Aia, l'Associazione italiana allevatori alla quale fanno riferimento le varie associazioni locali e quelle di specie e di razza.

Nell'intervista rilasciata ad Agra press, Nocentini ha confermato che l'attività di controllo funzionale sulla produttività degli animali ha subìto un rallentamento, ma non si è mai interrotta.
Stessa cosa per le attività della rete di laboratori che fanno parte del sistema allevatori e dai quali escono i 13 milioni di analisi che alimentano la banca dati del progetto Leo.

Questi dati rappresentano una delle basi per l'elaborazione degli indici necessari a pianificare l'attività di selezione, mirata a ottimizzare produzione, salute e benessere animale, impronta ambientale.
 

Basta pregiudizi

Un lavoro intenso e impegnativo non sempre conosciuto all'esterno del mondo zootecnico, che al contrario deve fronteggiare errati pregiudizi che trovano spazio su alcuni media, incline a colpevolizzare il modello intensivo.

A questo proposito Nocentini ha ricordato come la zootecnia italiana sia un "modello unico, distintivo, nel quale convivono tradizione e innovazione: metterne in dubbio la validità è fortemente autolesionistico".
"La zootecnia italiana – ha aggiunto il presidente di Aia - è la più sostenibile con il 50% in meno di emissioni rispetto alla Francia o alla Germania".


Allevamenti, importanza strategica

L'emergenza Covid-19 invita dunque a rivedere le convinzioni sul modello italiano di zootecnia, riproponendo l'importanza strategica che le produzioni animali rivestono in campo agroalimentare.

E' solo dalle materie prime che escono dalle nostre stalle che possono prendere corpo le eccellenze che alimentano le esportazioni di made in Italy in questo comparto. E' opportuno ricordarlo.