Il territorio italiano è indenne da Malattia vescicolare del suino. Ieri è stata infatti diffusa la decisione presa dallo Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed (Paff Committee), riunitosi a Bruxelles il 25 ed il 26 febbraio scorsi, che ha riconosciuto l’indennità della Regione Calabria.
La Calabria era l’ultima regione italiana che ancora compariva nelle liste dei territori in cui la malattia è presente. E si sancisce finalmente l’indennità dalla malattia di tutto il territorio italiano.

Con il pronunciamento, che prende atto e riconosce l’effettiva scomparsa del virus da tutto il territorio italiano, viene abrogata la Decisione 2005/779, che regolamentava la movimentazione dei capi e tutte le dinamiche commerciali legate alla carne suina e ai prodotti derivati provenienti dalle aree interessate.

Il lavoro svolto dai veterinari italiani ha finalmente avuto un importante riconoscimento, consentendo alla commissione Ue di approvare prossimamente la decisione molto rapidamente: la pubblicazione del provvedimento, non essendo previsto alcun passaggio in Parlamento, avverrà in tempi brevi.

Il nuovo status di paese indenne da Mvs dell’Italia consente ora al ministero della Salute di avviare nuove trattative con le autorità dei paesi terzi per ridefinire le condizioni per l’esportazione dei prodotti suini, al fine di ottenere l’apertura alle carni fresche, ai prodotti a breve stagionatura e, non ultimo, alle produzioni Dop della Calabria di mercati importanti come la Corea del Sud, Singapore, l’Australia e molti altri.
 

Controlli, mantenere alta la guardia

“Raggiungere questa condizione di accreditamento in Calabria non era semplice per via della peculiarità degli allevamenti delle aree rurali. Oggi si raccoglie un risultato che si riverbera positivamente su tutto il territorio nazionale, perché è l’intero paese che diventa finalmente area indenne, con lo sblocco di numerosi mercati esteri per le nostre esportazioni di carne suina".
E' il commento di Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, che ha competenza in Campania e in Calabria e che ha lavorato in collaborazione con le Asl della Regione Calabria.

“Si è trattato di un lavoro di squadra – sottolinea Limone - presso le sedi calabresi dell’Izs sono infatti stati lavorati migliaia e migliaia di campioni al fine di effettuare i controlli in collaborazione con l’Izs della Lombardia ed Emilia Romagna, sede del centro di referenza nazionale per la suinicoltura, e sotto l’egida del ministero della Salute”.
Limone infine ammonisce: “Lo stato di accreditamento non lo si conserva nel tempo se non si continua anche in futuro a mantenere alta la guardia dei controlli. Questo lavoro non deve mai venire meno perché la vescicolare del suino è una malattia infettiva, è subdola, e di difficile eradicazione”.
 

Si sblocca un mercato da quasi 250 milioni di euro

“Dopo il riconoscimento di indennità della Regione Campania, adottato dal Paff a settembre 2017, l’inclusione della Calabria tra le regioni libere da Mvs rappresenta un risultato straordinario per l’Italia sia dal punto di vista dello status sanitario del nostro paese, che per le nuove possibilità commerciali all’estero - ha commentato il presidente dell’Associazione industriali delle carni e dei salumi di Confindustria, Nicola Levoni, che prosegue - Ricordiamo che per le nostre esportazioni il potenziale inespresso a causa di barriere non tariffarie ammonta a circa 250 milioni di euro: di questi, buona parte sono riconducibili alla presenza della malattia in alcune zone del nostro territorio, che ha determinato per anni forti limitazioni all’export di carni suine e salumi, non solo dalle regioni non indenni da Mvs, ma dall’intero paese”.
 

Coldiretti Calabria: "Ora reinvestire nella filiera suinicola"

"Come abbiamo continuamente chiesto, l'ultimo miglio per diventare regione ufficialmente indenne dalla vescicolare suina è stato percorso e per questo accogliamo con enorme soddisfazione la decisione dell'Unione Europea".
Questo il primo commento del presidente della Coldiretti Calabria, Franco Aceto, che però ricorda: "A questo risultato si è giunti dopo ben 17 anni durante i quali i suinicoltori e l'economia calabrese hanno pagato un prezzo salatissimo fatto di lacrime e sangue, tanto è che ci definivano regione canaglia. Il mancato accreditamento ha comportato l'applicazione di restrizioni alla libertà d'impresa dei suinicoltori calabresi oltre che commerciali per l'export di prodotti a base di carne suina verso i paesi riconosciuti indenni”.

"Possiamo ben dire che è finito l'incubo per i suinicoltori che si liberano di burocrazia e costi e la filiera dei salumi calabresi potrebbe prendere nuovo slancio e vigore sia per gli allevamenti che per l'export. Adesso - conclude Aceto – occorre reinvestire sulla filiera suinicola, recuperare il gap e ribadire la valenza storico-culturale e ambientale-economica della filiera suinicola".