Chi l'avrebbe detto, nel decreto fiscale appena varato dal Governo si cela un passaggio che potrebbe interessare gli allevatori ancora alle prese con le quote latte e con il loro corredo di multe.

La "sorpresa" si cela nelle pieghe dell'articolo sei, laddove si parla delle vie di uscita ai debiti che imprese e persone possono avere con l'erario.
Le quote latte e le relative multe non sono mai citate, ma nelle prime righe di questo articolo si legge che "Le controversie attribuite alla giurisdizione tributaria in cui è parte l'Agenzia delle entrate, aventi ad oggetto atti impositivi, pendenti in ogni stato e grado del giudizio… possono essere definite… con il pagamento di un importo pari a…metà del valore della controversia in caso di soccombenza nella pronuncia di primo grado; di un quinto del valore della controversia in caso di soccombenza nella pronuncia di secondo grado".
 

Uno "sconto" per pochi

Uscendo dal burocratese e ricordando che i puntini di sospensione si riferiscono a parti del testo omesse per motivi di semplicità e chiarezza, la norma sembra adattarsi a quegli allevatori che avendo ricevuto una multa per aver prodotto troppo latte, hanno fatto ricorso ai giudici ritenendo di essere ingiustamente colpiti.
   
Gli allevatori ancora alle prese con tribunali e avvocati e che hanno già superato un primo grado di giudizio, con sentenza a favore degli stessi allevatori, potrebbero allora approfittare degli sconti promessi dal decreto fiscale, che prevede varie ipotesi di "saldo" .

Sempre che non si preferisca proseguire nell'iter giudiziario per giungere alla sua conclusione, nella speranza di veder riconosciuta alla fine la propria ragione. Dunque senza nulla pagare, se non l'onorario del proprio legale.
 

I tempi da rispettare

E' utile ricordare che per usufruire delle opportunità concesse dal decreto fiscale, sempre che si confermi l'applicabilità alle multe latte, è necessario che l'interessato presenti una domanda e provveda al pagamento del dovuto, seppure con gli "sconti" previsti.
La domanda va presentata entro il 31 maggio del prossimo anno e la stessa scadenza vale per il pagamento del dovuto.

C'è chi ha visto in questa interpretazione del decreto fiscale un azzeramento del contenzioso sulle quote latte, una sorta di condono dal forte sapore "politico".
Al di là di questi aspetti, preme sottolineare che la nuova norma non può applicarsi a tutti gli allevatori ancora non in regola, ma solo a quanti facendo ricorso alle aule dei tribunali possono vantare una o più sentenze a favore degli stessi allevatori.


Esattori in vista?

Per tutti gli altri le regole introdotte con il decreto fiscale sono ininfluenti.
Chi ha deciso di saldare le multe latte utilizzando le varie opportunità di rateizzazione, dovrà continuare a onorare le varie scadenze.

Per chi non ha pagato nulla ed è incorso nelle sanzioni previste dal regime delle quote latte non c'è via di uscita.
Alla porta della sua azienda potrebbe bussare chi, prima o poi, gli porterà una cartella esattoriale.
Un rischio che aumenta con l'avanzare delle procedure di infrazione che la Ue ha avviato contro l'Italia.

Le multe non pagate, come AgroNotizie ha approfondito a più riprese, si configurano infatti come un aiuto di stato, vietato dalla normative europee.
La minaccia di sanzioni all'Italia potrebbe essere motivo di accelerazione delle procedure di recupero del dovuto, senza sconti e senza dilazioni.
Meglio esserne consapevoli.