Coldiretti Sardegna ha prodotto in questi giorni e diffuso il 13 dicembre 2017 un ampio dossier sul prezzo del Pecorino romano e lancia un allarme.
In questi primi mesi di campagna lattiero casearia per i formaggi pecorini in Sardegna il latte ovino è scarso e i caseifici stanno facendo di tutto per accaparrarselo. Inoltre la formazione del prezzo del latte alla stalla resta non regolamentata, e la produzione primaria – forse – neanche ben remunerata, visto il silenzio fatto calare sulla faccenda dal mondo della trasformazione.

Ma con un prezzo del Pecorino romano oltre i 7 euro al kg e in visibile crescita, il prezzo del latte ovino sardo dovrebbe essere già oltre un euro ed oggetto di una contrattazione trasparente.

Infatti, in questi ultimi mesi il prezzo del Pecorino romano Dop è in ascesa: dai 4,20 euro al chilogrammo della scorsa primavera agli oltre 7 di questi giorni di dicembre.
Dentro questo meccanismo un comparto che già nella scorsa campagna di trasformazione 2016 – 2017 ha bruciato 150 milioni di euro, scaricando sulle spalle dei pastori il costo del crollo del prezzo del pecorino romano "Visibilmente andato in sovrapproduzione per mancanza di programmazione del settore" si sottolinea da parte di Coldiretti Sardegna.

Il prezzo del latte ovino in Sardegna tra il 2016 e il 2017 ha toccato i minimi storici.
"Al pastore è stato remunerato dai 50 ai 60 centesimi crollando di quasi i due terzi in due annate: nel 2014 – 2015 ha raggiunto il prezzo record di 1,10 con punte di 1,40 centesimi al litro" è scritto nel dossier diffuso da Coldiretti.

La caduta verticale del prezzo del latte è stata causata dalla sovrapproduzione di Pecorino romano: "i trasformatori visti i prezzi elevati della Dop hanno concentrato le produzioni su questo prodotto, saturando il mercato e portando il prezzo del pecorino dai quasi 10 euro dell'estate 2015 ai 4,20 euro al kg dell'annata scorsa con una perdita di oltre 150 milioni di euro" è scritto nel dossier.

Perdite, come più volte denunciato da Coldiretti Sardegna, fatte ricadere tutte sull'anello più debole della filiera, il pastore che ha cosi pagato con la riduzione del prezzo del latte "Le inefficienze e la mancanza di programmazione dei trasformatori".

Adesso il prezzo del Pecorino romano torna a salire.
"Una storia che si ripete da anni, con un continuo fluttuare tra alti e bassi senza che si riesca a dare delle regola a questo mercato"– denuncia coldiretti Sardegna, che cita Roberto Furesi, docente del Dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari: "Ogni tre quattro anni assistiamo alle ondate cicliche di crisi del prezzo del Romano, divenuto oramai l'unico pecorino (come sostiene il professore Giuseppe Pulina) che determina il prezzo del latte".

La richiesta di Coldiretti Sardegna è chiara: occorre riorganizzare la filiera, rendendola trasparente, con dati su prezzi e quantità di latte e formaggi facilmente intellegibili, al fine di rendere la programmazione produttiva più armonica e meno speculativa, basata su tutte e tre le Dop – Fiore Sardo, Pecorino di Sardegna e Pecorino romano – in modo da evitare successive crisi di sovrapproduzione di uno di questi formaggi.
Il tutto avendo cura del fatto che – tra siccità e recrudescenza della lingua blu – il latte sarà scarso. E ai pastori, facendo le debite proporzioni, dovrebbero andare almeno un euro e 2 centesimi al litro.