Rispetto a un mese fa le quotazioni sono cresciute di poco, appena lo 0,4%, ma se il paragone lo si fa con lo stesso periodo dell'anno precedente, la crescita è del 4,5%.
Nel caso delle vacche, la cui carne è meno pregiata, il confronto con l'anno precedente segna persino un +11%. Sono questi gli elementi che emergono dalle ultime analisi di mercato rese note dai servizi di mercato della Commissione europea.
Crescita inaspettata
Questi aumenti di prezzo sembrano in contrasto con le mode alimentari emergenti, che prediligono i consumi vegetali, e con i continui allarmi salutistici che prendono di mira proprio le carni rosse. E poco conta apprendere poi che si tratta di allarmi ingiustificati, perché ritornare ai livelli di consumo “pre-crisi” è sempre cosa ardua.Una spiegazione della tonicità del mercato la si può trovare nel buon andamento dell'export europeo di carni bovine, che nei primi mesi dell'anno ha superato quota 380mila tonnellate, con una crescita di oltre 50mila tonnellate rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Al contempo sono calate le importazioni, scese da 169mila nel 2016 alle 143mila dei primi sei mesi di quest'anno.
La situazione in Italia
Tonico il mercato interno, con quotazioni che si attestano sopra la media europea, come si deduce dalle analisi di Ismea.Per le carni di vitellone si superano i 500 euro al quintale, l'1,7% in più rispetto a un anno fa.
Percentuali anche superiori si hanno per le carni di bovini adulti, che quotano 276 euro al quintale, il 3,9% in più nei confronti dei 12 mesi precedenti.
A dare una spinta al mercato italiano ha contribuito il calo delle macellazioni e delle importazioni, come avvenuto nel resto della Ue.
Produzione in aumento
Quale la possibile evoluzione? Occorre prestare attenzione a livello europeo all'andamento della produzione, che dopo aver segnato una flessione nei primi mesi dell'anno, vede un incremento delle macellazioni in maggio. Se sarà confermato anche nei mesi successivi l'aumento della produzione potrebbe frenare le quotazioni.Un altro segnale di una possibile inversione di tendenza lo si può vedere nell'andamento dei prezzi del vivo. Sia per gli animali da carne sia per quelli da latte i prezzi, pur mantenendosi al di sopra di quelli dello scorso anno, hanno registrato in agosto e primi di settembre flessioni significative.
La caduta dei prezzi indotta da un aumento della produzione potrebbe tuttavia essere contrastata dalla tonicità dei mercati che si ha nella parte finale di ogni anno, come dimostrano i dati storici sull'andamento dei prezzi.
Suini in crescita
Un altro mercato importante per le carni rosse è quello suino, che in quanto a produzioni e consumi è di gran lunga superiore a quello bovino.I prezzi medi europei si collocano a 171,5 euro al quintale, in leggero calo in agosto rispetto al mese precedente. Ma pur sempre al di sopra di quelli del 2016 (+3,9%).
La tonicità del mercato europeo delle carni suine è una diretta conseguenza del calo del patrimonio suinicolo e delle macellazioni, che per il 2017 si prevedono complessivamente in flessione dell'1%.
Sul settore potrebbe però pesare l'andamento delle esportazioni, che dopo anni di crescita ora è in contrazione.
In confronto ai primi sei mesi del 2016, quando furono esportate 2,4 milioni di tonnellate, il 2017 si ferma a 2,17 milioni di tonnellate, con un calo di 273mila tonnellate.
Fra le cause, la forte contrazione delle esportazioni verso la Cina, in calo di oltre il 30%, e solo in parte compensate dal contemporaneo aumento verso altre destinazioni (+21% negli Usa e +25,8% in Sud Corea).
Il calo dei prezzi medi europei delle ultime settimane potrebbe così trovare conferma nell'immediato futuro, ma potrebbe essere contrastato, come si augurano i produttori, dalla ripresa dei corsi di mercato nell'ultima parte dell'anno.
Suinicoltura italiana
In Italia i prezzi medi per i suini da macello sono allineati al mercato europeo, con quotazioni di 171 euro al quintale nel mese di agosto. Ma a differenza di quanto avviene sui mercati europei la variazione di prezzo sul mese precedente è positiva, con un aumento dell'1,8%.Più significativo l'aumento rispetto all'anno precedente che segna un importante +9,6%. In questo caso l'aumento dei prezzi non è spinto dal calo delle produzioni, che al contrario sono aumentate, portandosi a fine 2016 a oltre 15 milioni di tonnellate (peso morto, dati Ismea).
La ripresa è quindi da legare al buon andamento dei consumi, cresciuti nel primo semestre del 2017 dell'1,2% per le carni suine fresche e del 3,2% per i salumi, stando alle recenti rilevazioni di Ismea. Una tendenza che al momento non mostra segnali di inversione e che lascia aperte buone prospettive per il settore.