Il fuoco infatti ha compromesso l’utilizzo dei pascoli fino al termine del periodo di pascolamento 2017 e anche per gli anni successivi.
La legge 335/2000 infatti dispone, giustamente, il divieto di pascolo, come di altre attività, nelle aree boscate percorse da incendio per i successivi dieci anni dall’evento.
Non è chiaro però, come fa notare la Confagricoltura abruzzese, se il divieto riguardi anche le aree a pascolo percorse dal fuoco, come nel caso la piana di Campo Imperatore.
In tutto questo, non potendo sfruttare molti pascoli, gli allevatori stanno andando incontro a una lievitazione di costi per l'acquisto di foraggi, oltrettutto scarsi e cari a causa della prolungata siccità che ha colpito tutto il centro Italia e non solo.
Una situazione che sta portando anche alla riduzione dei capi in stalla e che, per il presidente di Confagricoltura Abruzzo Concezio Gasbarro, dovrebbe essere presa in carico dal governo con aiuti specifici previsti per i casi di calamità.
Ma gli effetti dannosi degli incendi sull'allevamento abruzzese non finiscono qui, perché il tutto rischia di scontrarsi anche con la burocrazia. Infatti se gli allevatori non riescono a garantire il periodo minimo di pascolamento previsto dagli impegni assunti, rischiano di saltare i contributi del Psr e della Pac.
Per questo, come spiega Gasbarro, Confagricoltura ha scritto all'assessore regionale all'agricoltura Dino Pepe perché si faccia carico di questi problemi, sottoponendoli anche al Mipaaf.
Per Gasbarro infatti è essenziale garantire il pagamento integrale degli aiuti alle aziende agricole, per questo è necessario emanare opportune disposizioni che riconoscano la causa di forza maggiore al fine di evitare che le aziende agricole interessate, oltre ai danni subiti per effetto dell’incendio si vedano decurtati o addirittura revocati gli aiuti.
Altra cosa importante di questo problema sarà chiarire se le aziende che hanno contratti con i comuni di durata quinquennale potranno avere gli aiuti anche se non potranno utilizzare le superfici a pascolo danneggiate dagli incendi, vedendosi riconoscere l'inadempienza per causa di forza maggiore.
Insomma l'essenziale e non aggiungere ai danni e alle calamità, altre beffe o pastoie.