Partenza a tutta birra per il Consorzio di garanzia del Suino italiano il cui atto costitutivo è stato firmato lo scorso 9 febbraio a Mantova, davanti al notaio Massimo Bertolucci.

Al neonato sodalizio, che avrà come presidente Giuseppe Ferrari (allevatore di Gàmbara, Brescia), aderiscono al momento di 40 suinicoltori, ai quali fanno capo 127 allevamenti distribuiti tra Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia, per una consistenza di circa 20.500 scrofe. Ma si tratta di numeri destinati ad aumentare, visto l’invito rivolto dal presidente Ferrari a tutti gli allevatori italiani di partecipare a un progetto, il cui obiettivo è prima di tutto quello di valorizzare la produzione dei suini nati, allevati e macellati in Italia.

Questo per dire definitivamente addio alla crisi patita negli ultimi anni, che ha portato alla chiusura centinaia di allevamenti e al dilagare dei contratti di soccida. “Noi vogliamo invertire questa tendenza – ha chiarito il presidente Ferrari – stimolando la domanda con un marchio che sarà spendibile in Italia ma anche all’estero, un marchio che sarà una garanzia per il consumatore”.

Dopo aver incassato il pieno appoggio da parte di tutte le organizzazioni agricole, l’iniziativa ha ricevuto anche il plauso anche dell’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Gianni Fava: “considero la nascita del Consorzio – ha detto – un punto di partenza per andare lontano. Non mancherà l’appoggio dell’Amministrazione qualora diventi uno strumento inclusivo, di tutti gli allevatori. In questa fase, più che mai, c’è bisogno di unità e non di contrapposizione”.

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