L'incontro è stato convocato dalla presidenza regionale in seguito alla lettera-appello di Coldiretti Sardegna di giovedì scorso, indirizzata al governatore Francesco Pigliaru, per chiedere un intervento forte e straordinario della massima istituzione sarda nei confronti dei pastori che, con il prezzo del latte sotto i 60 centesimi, sono destinati a chiudere gli ovili in quanto non si pagano neppure i costi di produzione.
Sullo sfondo il lavoro di monitoraggio dei prezzi avviato dalla Regione Sardegna mesi fa e la costituzione, avvenuta lo scorso 22 dicembre 2016 dell'Organismo interprofessionale latte ovino sardo.
"Abbiamo apprezzato e condiviso l'intento del presidente Paci di convocare già nei prossimi giorni un tavolo che affronti e cerchi delle soluzioni rispetto al tema spinoso del prezzo del latte coinvolgendo tutti gli attori della filiera" hanno affermato al termine della riunione i due dirigenti di Coldiretti.
"Abbiamo ribadito la situazione drammatica che si sta vivendo negli ovili - ha raccontato il presidente di Coldiretti Battista Cualbu - ricordando, come avevamo già fatto nella lettera, il percorso che ha portato a questo stato di cose, che vede protagonisti in negativo i trasformatori che con il loro bluff delle sovrapproduzioni di latte hanno portato alla perdita di 150 milioni di euro per il comparto, che oggi si vogliono far ricadere sui pastori sottopagando il latte".
Ma l'incontro si è concentrato soprattutto sulle proposte che Coldiretti ha esposto per consentire il salvataggio della stagione.
Oltre a chiedere lumi sullo stato dell'emanando bando per gli indigenti del Mipaaf, che consentirà di togliere dal mercato una quota di Pecorino romano, i dirigenti di Coldiretti hanno chiesto l'intervento diretto sul reddito dei pastori per compensare le perdite dovute ad un prezzo del latte cosi basso. "Si potrebbe intervenire subito con il de minimis, stanziando 40 milioni di euro" ha affermato il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba.
"Abbiamo inoltre riportato all'attenzione della Regione il progetto del Consorzio di secondo livello che consentirebbe di dare maggior forza al mondo cooperativistico oggi in netta difficoltà" hanno ricordato Cualbu e Saba.
"Uno strumento che porterebbe quella concorrenza da più parti auspicata. Si tratterebbe di aggregare in un unico consorzio tutte le cooperative che producono Pecorino romano, che vedrebbe in fase di startup la compartecipazione della Sfirs con propri fondi. In questo modo si unirebbe una parte oggi disaggregata che produce oltre il 60% del Pecorino romano, consentendogli di esercitare e imprimere nel mercato la propria forza".
Coldiretti Sardegna, oltre a ribadire la necessità di avviare, anche se in ritardo, il prestito di conduzione, ha suggerito l'attivazione di una misura del Programma di sviluppo rurale nazionale: "Lo prevede il regolamento sullo sviluppo rurale per la gestione del rischio, comprese le crisi di mercato - ha evidenziato Battista Cualbu -: un fondo mutualistico per le compensazioni in caso di riduzione del reddito subito dall'azienda agricola".
Inoltre è necessario garantire la trasparenza nella filiera, come Coldiretti Sardegna va ripetendo da tempo.
E per questo motivo hanno riproposto "l'attivazione di un'authority, di un osservatorio che monitori mensilmente le produzioni del latte. E' impensabile lasciare in mano ad una sola parte del sistema i numeri del comparto. La loro condivisione è alla base di qualsiasi programmazione".
"La Regione Sardegna è pienamente consapevole e sta seguendo con la dovuta attenzione le difficoltà che stanno affrontando i produttori del comparto ovicaprino sardo in seguito al basso prezzo del latte e delle carni di agnello registrato in queste ultime settimane" aveva dichiarato il vicepresidente Raffaele Paci già nei giorni scorsi, all'atto della ricezione della lettera di Coldiretti.
"Si tratta di un monitoraggio costante iniziato diversi mesi fa, in cui più volte ci siamo incontrati con i diversi attori della filiera. Proprio perché tutti i portatori di interesse del mondo agropastorale potessero confrontarsi e condividere le migliori strategie avendo dalla loro uno strumento di pianificazione per il medio e lungo periodo, abbiamo lavorato per oltre un anno e mezzo per contribuire alla creazione dell'Organizzazione interprofessionale latte ovino sardo" aveva infine ricordato Paci.