52mila allevatori europei diminuiscono volontariamente la produzione di latte
Quasi esaurito il plafond messo a disposizione dalla Commissione europea (98,9%) per il taglio della produzione nell'ultimo trimestre del 2016. Raggiunto 1,06 milioni di tonnellate delle 1,07 milioni di tonnellate disponibili. Il piano di aiuti europei - concordato lo scorso luglio a Bruxelles come parte dei 500 milioni di euro del pacchetto latte - prevede un contributo di 14 centesimi - che gli Stati possono aumentare a livello nazionale - per ogni litro di latte prodotto in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno passato. Al termine dei tre mesi di riferimento dello schema, gli allevatori avranno 45 giorni per certificare l’effettiva riduzione della produzione di latte.
Primi a ridurre i tedeschi
Sono 9.947 i produttori tedeschi che hanno fatto domanda, seguiti dai francesi 12.957, irlandesi 4.447, polacchi 3.779, britannici 1.849 e belgi 1.825. Solo 921 i produttori italiani che hanno partecipato alla prima tranche. In totale la Germania taglia di 286mila tonnellate, la Francia di 181,4mila, il Regno Unito di 112mila. L’Italia si attesta sulle 23.862 tonnellate in meno, con una media per allevatore di 26 tonnellate a fronte delle 29 tedesche, 61 britanniche e 14 francesi. Più alta la riduzione pro capite in Paesi come Slovacchia (106) ed Estonia (105).
Secondo turno Ue
Per attribuire il restante 1,1 per cento di volume di riduzione disponibile - circa 11.400 tonnellate per arrivare alle 1,07 milioni di tonnellate disponibili - è previsto un secondo turno di domande per il periodo novembre 2016-gennaio 2017. La scadenza per presentare la propria domanda - per gli allevatori che non hanno già beneficiato del primo turno - è fissata al 12 ottobre 2016.
Hogan (Ue): “Schema di successo”
Il commissario Ue all’agricoltura, l’irlandese Phil Hogan, giudica lo schema messo a disposizione da Bruxelles per limitare il crollo dei prezzi del latte “molto interessante e di successo” e si dice sicuro che “queste misure, insieme alle altre concordate nel pacchetto latte di luglio, contribuiranno alla stabilizzazione del mercato del latte europeo”.
Il commento di Assolatte
Meno positiva la reazione di Assolatte. Come ricorda l'associazione italiana, "nel nostro paese il prezzo del latte alla stalla è di gran lunga superiore a quello degli altri paesi europei: i 14 centesimi per litro incidono quindi meno che altrove e sono poco appetibili per le aziende".
Massimo Forino, direttore dell'associazione che riunisce le industrie italiane attive nel settore lattiero-caseario, sottolinea inoltre un secondo aspetto che giudica "fondamentale": "E' da alcuni anni che nel nostro paese è in atto una profonda ristrutturazione della fase produttiva: le aziende piccole e meno efficienti chiudono (il problema generazionale incide molto di più del prezzo alla stalla), mentre le più efficienti crescono e diventano più grandi e competitive, come dimostra il fatto che di anno in anno diminuiscono le stalle ma la produzione continua ad aumentare o comunque a non diminuire".
Fermo restando la necessità di dati più accurati, in base a questa analisi Forino suggerisce che "probabilmente hanno fatto domanda di contributo solo le aziende più piccole, quelle che avrebbero comunque rallentato o hanno deciso addirittura di chiudere". E lancia un quesito: "A chi ha investito per strutture e mandria, conviene ridurre la produzione? Probabilmente no".