Ci risiamo, il prezzo dei conigli è crollato. Sulla piazza di Verona le quotazioni del 21 febbraio si sono fermate ad appena 1,57 euro al chilogrammo. Un calo di quasi il 13% rispetto alla settimana precedente. E si alzano le proteste degli allevatori che per voce della presidente di Anlac (Associazione nazionale liberi allevatori), Saverio De Bonis, lamentano le speculazioni volte a tenere basso il prezzo di mercato. Colpa delle importazioni incontrollate, in particolare dalla Spagna e dalla Francia, e poi della impossibilità di programmare le produzioni, pur prevista dai piani di settore. Indice puntato, infine, sulle borse merci che le Camere di Commercio avrebbero dovuto chiudere e che invece continuano ad operare, come appunto quella di Verona. “Così - afferma De Bonis - per ogni chilo di carne, gli allevatori liberi italiani perdono oltre 40 centesimi di euro. Quelli in soccida sono garantiti e ai consumatori viene venduto per italiano un prodotto di dubbia provenienza.” Secondo Anlac importazioni e crollo dei prezzi sono le due facce della medesima medaglia con la quale si vogliono realizzare campagne di vendita sottocosto nelle grandi catene distributive. Una situazione che si configura come una operazione di dumping che infrange le normative europee.
Che fare?
La ricetta proposta da Anlac per uscire dalla crisi fa leva sull'etichettatura obbligatoria dell'origine, sui controlli lungo la filiera, sulle verifiche per evitare che ciò che è “targato” made in Italy in realtà non lo sia. Un problema quest'ultimo che è stato anche al centro di una recente interrogazione parlamentare. Nel documento si chiedeva al Governo di reprimere il commercio di prodotti falsamente indicati come nazionali e attivare uno specifico programma di controlli. Tutte richieste legittime e di buonsenso. Che però non servirebbero se il mondo della coniglicoltura non avesse buttato alle ortiche tutti i progetti di etichettatura volontaria e di promozione del coniglio italiano. Ma questa è una storia vecchia di molti anni. Che meriterebbe però di essere rivisitata alla luce dei problemi di oggi.
25 febbraio 2014 Zootecnia