Sentenza esemplare nel procedimento penale a carico dei tre imputati che acquistavano, detenevano e ponevano in vendita prosciutti crudi con impresso il marchio contraffatto del Prosciutto di Parma: tutti condannati a due anni e sei mesi di reclusione e a pagare una multa di 6.000 euro ciascuno a cui si aggiunge il risarcimento provvisionale a favore del Consorzio del Prosciutto di Parma di euro 15.000 sempre per ciascun imputato. Il Consorzio, costituito parte civile e assistito dall'avvocato del foro di Parma Massimo Piazza, intenterà poi una causa civile per la determinazione definitiva dell'entità di tutti i danni provocati, compresi quelli all'immagine commerciale della Dop.
La gravissima irregolarità perpetrata dai tre condannati, tutti commercianti della provincia di Avellino, è emersa durante una normale attività di controllo nel novembre del 2005. Circa una cinquantina i prosciutti sono stati ritirati dal mercato e sottoposti a sequestro penale mentre i tre sono stati denunciati per l'acquisto, la detenzione e la messa in commercio di prosciutti con il contrassegno della corona ducale contraffatta, il noto marchio a fuoco che contraddistingue il Prosciutto di Parma originale.
Lo scorso 9 luglio la sezione distaccata di Cervinara del Tribunale di Avellino ha emesso la sentenza di condanna per i capi di imputazione di tentata frode in commercio, con l'aggravante del 517 bis del codice penale riguardante i prodotti a denominazione di origine, ricettazione e commercio di prodotti con segni falsi.
"La sentenza della Magistratura è stata pesante, ma la riteniamo doverosa nei nostri confronti e in quelli del consumatore – dichiara Federico Desimoni, vice direttore e responsabile dell'Ufficio Affari legali e vigilanza del Consorzio – Soltanto così riusciremo a salvaguardare la qualità e l'eccellenza del settore agroalimentare italiano, un patrimonio importantissimo. Siamo molto soddisfatti di questo risultato ottenuto grazie al lavoro svolto dai nostri Ispettori, costantemente impegnati in tutto il mondo in attività di vigilanza al fine di arginare qualsiasi fenomeno di contraffazione".
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