Lo avevano promesso, in assenza di interventi per risolvere la crisi degli allevamenti ovini, i pastori sardi sarebbero tornati alla protesta. E così è stato, con le strade di Cagliari invase da trattori, greggi di pecore e cisterne stracolme di latte invenduto. E poi con gli uffici della Regione Sardegna invasi dai rappresentanti degli allevatori per chiedere che le promesse dei giorni scorsi siano tradotte in fatti concreti. Più volte Agronotizie ha dedicato spazio alle motivazioni che hanno scatenato la crisi che sta soffocando gli allevamenti ovini. Una crisi che nasce dalla caduta delle esportazioni di pecorino (in particolare negli Usa) che ha trascinato verso il basso le quotazioni del formaggio e del latte ovino, oggi quotato meno di 60 centesimi al litro. E le industrie del latte non sembrano disposte ad aumenti, come dimostra il nulla di fatto al recente incontro fra Assolatte e allevatori. La trattativa riprenderà il 20 ottobre, ma in pochi sperano in una svolta significativa. Un motivo in più per dare alla protesta degli allevatori maggior spinta. Una situazione difficile, tanto da compiere il “miracolo” di far rientrare le divisioni del mondo agricolo che pur si erano manifestate nella prima fase della crisi ovina. Le insegne di Coldiretti, Confagricoltura e Cia sono così tornate a sventolare insieme nel corteo di trattori che ha attraversato Cagliari e insieme continueranno nel presidiare i lavori della giunta regionale per ricordare l'importanza della posta in gioco.

 

Scende in campo la Regione

Le speranze di una svolta sono ora rivolte alla rapida approvazione da parte della Regione Sardegna del DDL 186, presentato dall'assessore all'Agricoltura Andrea Prato già nello scorso agosto ed ora nelle fasi conclusive del suo iter. Nei cinque articoli che lo compongono si individuano gli interventi da adottare per tutti i comparti in difficoltà e non solo per il settore ovino. Complessivamente la Regione metterà in campo 110 milioni di euro di qui al 2013, risorse per le quali esiste già la necessaria copertura finanziaria, come sottolineano in Regione.

 

Gli interventi

Al settore ovino sarà riservata la maggiore attenzione e nell'articolo 1 del DDL si prevede di incoraggiare l'aggregazione dei produttori nella fase di conferimento del latte. Fra i requisiti per accedere al premio (sono proposti 4 centesimi al litro) è prevista anche una qualità definita del latte.   Accordi di filiera sono poi previsti per il settore dei cereali dove si vuole spingere sulla qualità per superare il momento di difficoltà. Aiuti sono previsti anche per il comparto suinicolo, privilegiando le aree dove si lavora per l'eradicazione della peste suina. Infine un sostegno alla ricerca universitaria alla quale si chiede di impegnarsi per l'elaborazione di strategie di politica agricola capaci di migliorare la competitività delle aziende agricole.

 

Non basta

Questi i punti sui quali sta lavorando la Regione Sardegna. Utili, ma non risolutivi. Sarà necessario svuotare i magazzini dai surplus di produzione che affogano il mercato e su questo punto si aspetta una risposta dal tavolo di crisi aperto presso il ministero dell'Agricoltura con la proposta di indirizzare parte del prodotto agli aiuti agli indigenti. Superata la crisi, restano irrisolti due problemi. Come trovare nuovi sbocchi ai formaggi pecorini sui mercati internazionali e come governare la produzione per impedire che si continui a mungere anche quando il mercato non è in grado di assorbire il prodotto. La risposta non può venire dall'alto. Tocca agli allevatori attraverso le proprie organizzazioni darsi gli strumenti di mercato più efficaci. E un ruolo di primo piano lo potrà fare anche il Consorzio di Tutela del Pecorino Romano. Ma occorre muoversi.