A circa un anno dall’entrata in vigore della Cun, la Commissione unica nazionale per il prezzo dei suini, l’analisi dell’Anas, l’Associazione nazionale degli allevatori di suini, mette sul piatto luci e ombre di questa esperienza comunque necessaria per superare l’impasse delle Borse merci locali, talvolta avvitate su troppi “non quotati”, dannosi per lo più agli allevatori.
Il punto della situazione è stato fatto da Anas, nel corso della 82° Fiera agricola zootecnica italiana di Montichiari, dove è stata chiarita anche la posizione della categoria sulla sede, con l’obiettivo di porre fine a quello che per alcune realtà è diventato un tormentone ricorrente.
Il numero uno dell’Anas, Giandomenico Gusmaroli riguardo all’individuazione della sede della Cun, ha dichiarato: “Ciclicamente emerge il nome di Mantova come sede per ospitare la Cun, sulla base che nel Mantovano ci sono i maiali. Perché, a Montichiari no? E a Brescia?”. Una cosa è certa, per Gusmaroli. “Non abbiamo pregiudiziali, va bene qualsiasi sede – afferma - Ma teniamo presente due aspetti. Il primo è che la sede definitiva dovrà essere stabilita una volta che la Commissione unica nazionale lavorerà a pieno regime, sia per i suini grassi da macello che per i piccoli e le carni”.
Nonostante ufficialmente sia terminata la fase di rodaggio, secondo gli allevatori non si è ancora usciti dalla sperimentazione. Ma alcuni effetti positivi la Commissione unica nazionale li ha senz’altro avuti. Carmen Di Maggio, consulente Anas e responsabile del coordinamento dei commissari agricoli, li ha così individuati: “Il mercato unico nazionale ha dato un impulso importante sul versante della raccolta dei dati e della comunicazione all’interno della parte agricola. Abbiamo una maggiore conoscenza dei suini consegnati, di quelli prenotati dai macelli per la settimana successiva, dei pesi medi. Certo bisogna fare uno sforzo ulteriore. Gli allevatori, anche di piccole dimensioni, magari attraverso le organizzazioni professionali dovranno mantenere un coordinamento costante e un flusso di dati sempre più completo. Solo in questo modo potremo sostenere con i macelli una contrattazione efficace e supportata da una certa scientificità di scambi settimanali”.
La nascita della Cun, ipotizzata in una prima fase dall’ex ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro, e concretizzata nell’attuale versione dall’attuale responsabile del dicastero di via XX Settembre, Luca Zaia, ha “rianimato una trattativa che negli ultimi anni si era spenta, appiattita dalla mancanza di effettive contrattazioni”. Così sostiene Adriano Borelli, componente Cun per la parte allevatoriale.
Per il produttore modenese, tuttavia, la Cun dovrebbe cavalcare un vero rinnovamento, soprattutto negli approcci dei commissari alla trattativa. Seppur da salutare con soddisfazione, la Cun per il mercato dei maiali è attiva nella categoria dei suini grassi da macello, ma non ha ancora espresso prezzi per le carni e i suinetti.
Poi vi sono scogli di natura interprofessionale, cioè nel rapporto fra allevatori e macellatori , ha fatto notare Gian Domenico Gusmaroli, presidente Anas, con il rischio di importare nel sistema di trattativa della Cun tutti i vizi della formazione del prezzo in Borsa merci. A rischio, nell’economia della stabilità e del funzionamento della Commissione unica, anche i comportamenti stessi delle organizzazioni sindacali agricole, troppo spesso divise e raramente coalizzate su un fronte comune.
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Fonte: Centro Fiera del Garda